Non è servita la lunga battaglia legale e politica condotta dai genitori di Indi Gregory: oggi, contro la volontà dei genitori, sono state staccate le macchine che tengono in vita la piccola. La bimba inglese, di appena 8 mesi, è affetta da una patologia mitocondriale incurabile. Il suo nome, negli ultimi giorni, è stato al centro della cronaca internazionale anche per una dura diatriba che ha visto coinvolto il nostro Paese da un lato e il Regno Unito dall’altro.
Indi Gregory, staccate le macchine oggi 12 novembre 2023
Oggi, domenica 12 novembre 2023, i dottori e il personale sanitario del Queen’s Medical Centre di Nottingham, dove Indi Gregory è ricoverata, hanno staccato i principali dispositivi che la tengono in vita. Il destino della piccola bimba inglese affetta da una gravissima patologia è stato dunque deciso.
Già nella giornata di ieri era iniziato il distacco dai macchinari vitali. Distacco più volte annunciato e più volte rinviato. Alla fine esso è stato eseguito in un hospice locale, come previsto dalle disposizioni delle corti del Regno alla famiglia.
La piccola, affetta da una malattia decretata come “terminale” sia dai medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham sia dai giudici britannici, è stata in questi giorni al centro della cronaca italiana (e non solo). Per la bimba inglese di 8 mesi purtroppo non c’è stato più nulla da fare.
Così è stato deciso, nonostante la dura e difficile battaglia legale combattuta dai genitori della bambina, Dean Gregory e Claire Staniforth. La loro opposizione, alla fine, non è stata accolta. In tantissimi inoltre si sono schierati e continuano a schierarsi oggi con la mamma e il papà di Indi. Ma ciò non è bastato.
Indi Gregory, ultime notizie: che cosa succede adesso?
I medici britannici hanno dunque proceduto con l’interruzione della ventilazione assistita. La piccola – che non deve soffrire, secondo quanto indicato anche dalle stessi leggi inglesi – viene così accompagnata gradualmente verso il decesso.
Le verranno somministrati dei farmaci palliativi che avranno proprio questo scopo. Questa, secondo i giudici e i dottori britannici, è la soluzione meno dolorosa possibile, per quanto tragica e devastante per la famiglia della bimba.
Ma che cosa succederà adesso alla bimba inglese di 8 mesi? In molti si pongono questa domanda. Dal momento che sono state staccate le macchine che la tengono in vita, sappiamo che il cuore della piccola smetterà di battere. Il decesso potrebbe avvenire entro qualche ora, oppure entro un paio di giorni.
La mobilitazione in Italia
L’intera vicenda di Indi Gregory ha fatto nascere una grande diatriba tra il Regno Unito e l’Italia. Mentre nel territorio inglese toghe e camici bianchi hanno preso la tragica decisione (alla luce del fatto che la gravissima malattia di cui soffre la bimba è stata decretata come “incurabile” e “terminale”), nel nostro Paese in tantissimi si sono mobilitati e hanno sostenuto la famiglia della bimba.
Molti attivisti e politici hanno promosso, assieme a legali e avvocati, il trasferimento di Indi in Italia, nello specifico presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Si era parlato anche di una concessione lampo della cittadinanza italiana alla bimba.
I giudici della Corte d’appello di Londra però si sono opposti e hanno anche criticato l’intervento del nostro Paese nella vicenda per le modalità utilizzate. Essi hanno ricordato, nella decisione definitiva, la “significativa sofferenza” a cui è sottoposta da tempo la piccola. Sofferenza legata a “trattamenti invasivi”.
I genitori della piccola hanno subito mostrato il loro disappunto e hanno continuato la loro battaglia fino alla fine. Si sono detti “disgustati” per quanto stabilito. Dalla loro parte si sono schierate anche tantissime associazioni pro vita inglesi e italiane.
A rivolgere un pensiero alla piccola e ai suoi genitori è stato, tra i tanti, Papa Francesco. Il Pontefice, nei giorni scorsi, ha riferito di pregare per loro e ha mostrato vicinanza alla famiglia.