Era il 29 settembre del 1975 quando si verificava, in provincia di Latina, sul litorale laziale, il massacro del Circeo, tragico avvenimento passato alla storia come uno dei più brutali casi di rapimento, stupro e omicidio avvenuti in Italia. Ripercorriamo insieme le tappe di questa strage che ancora oggi fa molto discutere per l’efferatezza e la brutalità.

Massacro del Circeo: la storia

Il massacro del Circeo ebbe luogo tra il 29 e il 30 settembre del 1975: la storia di quanto avvenne in quei due giorni è davvero macabra e lascia a tutti i brividi. Al centro della vicenda ci furono due giovani ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Erano due amiche.

Le due giovani vittime avevano conosciuto Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira circa una settimana prima, all’uscita del cinema. Si erano scambiati i numeri di telefoni e si erano dati appuntamento per i giorni successivi.

Un giorno furono attirate con l’inganno dai tre in una lussuosa villa nel Comune di San Felice Circeo, in provincia di Latina. Le ragazze pensavano che avrebbero partecipato ad una festa insieme ad altre persone. Però capirono presto che questa non era la verità.

All’interno della villa, Donatella, classe 1958, e Rosaria, del 1956, furono stuprate ripetutamente e in modo continuativo e torturate. Rosaria morì per le enormi e pesantissime violenze subite nell’arco di poche ore.

Dietro al massacro vi erano tre ragazzi che provenivano da ricche famiglie romane. Due di loro, Ghira e Izzo. Avevano precedenti penali per rapina a mano armata. Avevano scontato già una pena nel carcere romano di Rebibbia. Izzo inoltre era già stato ritenuto responsabile di violenza nei confronti di altre due ragazzine.

L’incubo durò più di un giorno e una notte. Le ragazze furono violentate mi massacrate dai tre. I giovani fecero una serie di punture alle due vittime. Le drogarono per continuare ad approfittarsi di loro, a violentarle e picchiarle.

La morte di Rosaria e il ritrovamento di Donatella

Rosaria fu, ad un certo punto, drogata e portata in una stanza. L’amica in tribunale raccontò di averla sentita piangere, urlare e poi ci fu il silenzio improvviso. È possibile che la giovane sia stata uccisa proprio in quel momento.

Dall’altra parte la Colasanti, dopo altre innumerevoli violenze subite (sessuali e non), decise di fingersi morta. “Era la sola via d’uscita”, riferì la giovane davanti ai giudici. I tre credettero dunque di averle uccise entrambe.

Misero i loro corpi nel bagagliaio di un’automobile e tornarono verso casa in macchina. Scesero dal mezzo per andare a cenare in un ristorante, lasciando le due vittime in viale Pola. Non appena essi si furono allontanati, Donatella, che era ancora viva, iniziò a gridare.

Ad accorgersi di alcuni rumori strani che venivano da una vettura fu un metronotte. Egli allertò i carabinieri. Questi arrivarono sul posto, aprirono una macchina e scoprirono i corpi nel bagagliaio. Per Rosaria però ormai era troppo tardi.

Il processo

Guido e Izzo Furono arrestati dopo poche ore. Ghira, dopo aver ricevuto una soffiata, scappò e diventò latitante. A seguire le indagini furono i carabinieri. Di fondamentale importanza furono le numerose testimonianze di Donatella. La giovane fu sostenuta da tantissime associazioni, attiviste, femministe e cittadine italiane.

Nel luglio del 1976 i tre responsabili furono condannati all’ergastolo. Ghira era però ancora latitante. Si scopri poi che egli era fuggito in Spagna. Morì diversi anni dopo di overdose. Aveva adottato un falso nome. La sua vera identità fu confermata per l’ultima volta solamente nel 2016.

Nel 1980 per Guido venne ridotta la pena a trent’anni, in quanto egli firmò una dichiarazione di pentimento. Pochi mesi dopo riuscì ad evadere dal carcere e fuggì in Argentina. Venne catturato due anni dopo. Mentre era in attesa di estradizione riuscì ancora a scappare. Venne catturato nuovamente solo nel 1994 a Panama, dove si era ricostruito una nuova vita.

Anche Izzo evase dal carcere approfittando di un permesso premio. Venne catturato qualche settimana dopo a Parigi. L’altro responsabile del massacro, nel frattempo, non era ancora stato trovato.

Le vittime Donatella Colasanti e Rosaria Lopez

Le vittime di questa terribile storia furono Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. All’epoca dei fatti avevano 17 e 19 anni. La prima riuscì a sopravvivere fingendosi morta e testimoniò ai numerosi processi contro i tre responsabili. La seconda invece fu brutalmente uccisa. Donatella morì poi nel 2005.

Nel 2021 nelle sale cinematografiche italiane è uscito il film “La scuola Cattolica”, che ripercorre quanto avvenuto. Una delle protagoniste è Benedetta Porcaroli.