Giornalista e scrittore di romanzi di fama nazionale, ma anche musicista, cantante e conduttore. E poi ancora docente, attore e autore di programmi televisivi e di testi teatrali. Angelo Mellone ormai da dieci anni ricopre ruoli dirigenziali in Rai e con la rivoluzione attuata in estate è diventato direttore del daytime. Eclettico, originale, ha dedicato tutta la sua vita alle sue passioni più grandi: l’arte, la tv, ma anche il pallone. Tifoso appassionato della Lazio, non ha mai tenuto nascosta la sua fede calcistica e come tutto il popolo biancoceleste, anche lui è già in fibrillazione in vista della stracittadina. Per commentare Lazio-Roma ed entrare nel vivo del derby, Mellone è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Lazio-Roma, il derby entra nel vivo: Mellone (Rai) a Tag24

È iniziato il conto alla rovescia, al derby della Capitale mancano appena ventiquattro ore. Non sarà una partita come le altre e il risultato del match di domani condizionerà il lavoro di entrambe le squadre per le prossime settimane. Vincere vorrebbe dire ritrovare entusiasmo e la carica giusta per affrontare i prossimi impegni. Perdere porterebbe invece con sé un’infinità di strascichi, soprattutto se consideriamo che ci sarà la sosta per gli impegni delle Nazionali. Sarri e Mourinho conoscono bene l’importanza della gara e per questo hanno cercato di isolare i loro ragazzi da tutte le pressioni che arrivano dall’esterno. I biancocelesti sono reduci dalla bella prestazione contro il Feyenoord, in Champions League, ed è proprio da lì che intendono ripartire per la stracittadina. Per commentare Lazio-Roma ed entrare nel vivo del derby, Mellone, direttore del daytime Rai e noto tifoso laziale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Vigilia del derby, come la vive lei direttore e che aspettative ha?

“La vivo sempre in ritiro, nel senso che mi isolo e mi decontamino da influenze esterne. Penso che la Roma abbia il gioco più brutto della Serie A, ma anche la Lazio non è al massimo della sua condizione. Per cui non credo che sarà una partita incredibile ma un match in cui saranno fondamentali gli episodi. Chi avrà più tenacia la porterà a casa. Di scuro penso che non sarà una gara esteticamente brillante”.

La Lazio può affidarsi alla coralità mentre la Roma dovrà aspettare la giocata del singolo, è questa la sensazione?

“Assolutamente sì, lo schema è quello. Spero solo di non vedere la Lazio di Bologna ma quella di Reggio Emilia con il Sassuolo, ad esempio. I biancocelesti sono psicologicamente imprevedibili e quindi molto dipenderà dalla testa con cui scenderanno in campo. Non lo dico in modo scaramantico, ma Mourinho non ha mai vinto un derby e quindi le statistiche, o meglio il calcolo delle probabilità, è a loro favore. In favore nostro invece c’è il fatto che la Lazio gioca meglio, è una squadra più solida e compatta e gioca un calcio migliore. È una squadra che, a parte Milinkovic, è identica allo scorso anno con una serie di innesti, anche piuttosto importanti. Mi auguro solo che Sarri faccia le scelte giuste e non mandi in campo la formazione migliore”.

La formazione migliore, con Castellanos o Immobile dal primo minuto?

“Per quel che mi riguarda penso che sarà titolare Castellanos, con Immobile pronto a subentrare a gara in corso. Finalmente abbiamo due giocatori di livello lì davanti, che possono scambiarsi il posto in campo. più che altro mi preoccupano le condizioni di Zaccagni, che per la Lazio è un titolare fisso. Spero che almeno Luis Alberto stia bene. Credo che la squadra di Sarri, nel pieno delle sue capacità, secondo me ai punti è favorita rispetto alla Roma. Però i giallorossi in attacco hanno una quantità di individualità maggiori. Poi se è la squadra vista contro lo Slavia Praga, possiamo metterci con i popcorn e aspettiamo questa partita ridendo. Ma non sarà così”.

Dal punto di vista comunicativo, Mourinho e Sarri in silenzio stampa. Che ne pensa?

“Loro sono sempre stati abituati a comunicare tanto, a parlare e straparlare e credo abbiano finalmente capito che, anche per questioni scaramantiche, spesso è meglio stare zitti. Il che, personalmente, mi consola perché ho sentito troppo spesso dichiarazioni roboanti. Io però guardo in casa Lazio e preferisco concentrarmi sul campo. Tutte le partite sono importanti, questa lo è ancora di più, soprattutto visto il momento. I biancocelesti devono capire ancora chi sono. La Lazio è la squadra che vince alla grande a Napoli, che se la gioca alla pari con l’Atletico Madrid e prende a pallonate il Sassuolo? Oppure è la squadra bulica vista contro il Milan o quella del primo tempo di Rotterdam? Secondo me non lo ha capito ancora nessuno, e non lo hanno capito neanche loro”.

Tutto ciò premesso, lei è fiducioso?

Se questi ragazzi scendono in campo concentrati, penso che siano una squadra che può giocare in Italia contro chiunque. A maggior ragione contro la Roma. Però al momento è tutto un grosso punto interrogativo. Lo stesso vale per la squadra di Mourinho. Ci sarà da capire anche il mister cosa deciderà di fare. Sarà una gara di grande prudenza, molto tirata e compressa; attendista e di possesso palla. Si dovrà sperare in una smagliatura della difesa per poter attaccare. Non sarà un match giocato a vi