C’era un tempo in cui il mare Mediterraneo era un’unica comunità, sempre turbolenta, ma almeno capace di far circolare culture, sapienze, conoscenze. E non parliamo solo di filosofia e miti, ma anche cultura gastronomica. Ecco perché oggi illustriamo la ricetta del kataifi: si tratta di un dolcetto molto comune in Albania, le cui radici si perdono nella storia dell’impero ottomano. I turchi, che ancora oggi lo preparano, lo chiamano kadayf: si tratta di uno spaghetto finissimo che viene utilizzato per preparare dolci e pasticcini. 

Kataifi o spaghetti?

La ricetta del kataifi potrebbe farci aprire una serie di ragionamenti sull’invenzione e la diffusione della ricetta degli spaghetti. Anzi del concetto di spaghetto che, se nella penisola italica ha trovato dimora nella parte dei primi, nel resto del mondo ha invece invaso anche il territorio dei dolci. Il kataifi, infatti, inteso come spaghetto, è utilizzato nella cucina albanese, ma anche in quelle turca, greca e bulgara. 

Nello specifico, che in Grecia e nei paesi limitrofi si prepara nel periodo invernale, verso la fine dell’anno, ha un’importante componente di miele e frutta secca avvolti nel kataifi che è uno spaghetto finissimo di pasta filo.

Importato in Albania dalle truppe ottomane, il kataifi è poi rimasto nella tradizione locale, diventando un piatto istituzionale che si può mangiare a colazione oppure come fine pasto dopo una cena importante. La pasta kataifi si può trovare nei negozi etnici ma anche sempre più punti commerciali che hanno istituito l’angolo delle specialità dal mondo. 

La ricetta del kataifi

La ricetta dei kataifi non è complicata: ci vuole solo la giusta pazienza perché ci sono dei tempi di riposo obbligato che occorre seguire. Intanto andiamo ad esplorare gli ingredienti e poi vediamo i passaggi:

  • 500 g pasta kataifi 
  • 250 g Burro  
  • 300 g noci 
  • 1 cucchiaio di zucchero 
  • 1 uovo 
  • 2 cucchiaini cannella in polvere 
  • 300 g miele 
  • 500 g zucchero 
  • 2 stecche cannella 
  • 1 limone

Gli ingredienti che abbiamo illustrato sono divisi in due parti: infatti la ricetta dei kataifi prevede anche la preparazione di uno sciroppo, molto dolce, che prevede di unire miele, zucchero e cannella. Una vera e propria bomba calorica come tradizione per tanti dolci della zona balcanica che, appunto, presenta numerose reminescenze della dominazione ottomana. 

Quindi partiamo proprio dallo sciroppo versando 550 g di zucchero in 300 ml di acqua assieme a miele, cannella e scorza di limone grattugiata. Quindi portate a bollore mescolando dolcemente. Quando lo sciroppo avrà raggiunto la temperatura, abbassate la fiamma, mescolate ancora un paio di minuti e poi spegnete e lasciate raffreddare. Una volta arrivato a temperatura ambiente lo sciroppo va lasciato in frigorifero per almeno 6 ore.

Non perdete la pazienza e chiudiamo la ricetta

Passato il tempo di riposo dello sciroppo possiamo iniziare a lavorare gli altri ingredienti. Partiamo dalle noci che andremo a sbriciolare. Sminuzzate finemente anche la frutta secca, quindi mescolate il tutto in una ciotola assieme a un cucchiaio di zucchero, all’uovo interno e alla cannella in polvere. Il composto va fatto amalgamare mescolando con un cucchiaio di legno.

Fate sciogliere il burro in un pentolino sopra una fiamma dolce. Intanto prendete una cucchiaiata di composto con la frutta secca e noci e avvolgetelo con la pasta kataifi. Il risultato finale deve assomigliare ad un involtino. Una volta pronti i kataifi posizionateli su di una pirofila imburrata e quindi bagnateli con il burro fuso. Infine infornate a 180° per 30 minuti. Una volta tolti dal forno i kataifi vanno bagnati, ancora caldi, con lo sciroppo ancora a temperatura di frigo. Riponeteli poi nel forno ormai raffreddato e lasciateli riposare ancora un giorno. Prima di servire vanno di nuovo irrorati con lo sciroppo. 

Buoni vero? Se avete ancora voglia di dolce, ma diverso dal solito, provate il tiramisù alla zucca o la torta di datteri tunisina.