Per venerdì 17 novembre 2023 le sigle sindacali Cgil, Uil e Usb hanno indetto la prima delle cinque giornate di sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati in segno di protesta contro la legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali del governo, tra le quali il taglio delle pensioni future dei dipendenti pubblici e i salari e contratti del mondo della scuola. Il 17 novembre lo sciopero è di 24 ore e riguarda tutte le lavoratrici e i lavoratori di asili nido, scuole materne, trasporti, scuole, sanità e uffici pubblici dell’Italia centrale. Per quanto riguarda le categorie del pubblico impiego e dei trasporti, l’astensione dal lavoro è prevista su tutto il territorio nazionale.
Sciopero trasporti 17 novembre, Salvini: “No a stop di 24 ore”
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è intervenuto nel proprio ambito di competenza, affermando che “non possono esserci scioperi di 24 ore” nel settore dei trasporti e che è pronto a precettare i lavoratori di questo ambito se i sindacati non aderiranno alla richiesta della commissione di garanzia per chiedere una riduzione dello sciopero.
È prevista tutta una serie di scioperi di qui ai prossimi mesi, guai a mettere in discussione il diritto allo sciopero e i diritti alle rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori. Ma le giuste rivendicazioni di qualche categoria non possono negare il diritto al lavoro di altri milioni di italiani. Scioperare per 4 ore è assolutamente legittimo, per 24 no.
Una nota del Mit riporta le parole di Salvini, il quale “ribadisce la determinazione affinché vengano limitati al massimo i disagi” e si dice “pronto ad assumere tutti i provvedimenti del caso consentiti dalla legge“. Per tutta risposta, i segretari confederali di Cgil e Uil, Maria Grazia Gabrielli ed Emanuele Ronzoni, hanno sottolineato in una nota che “al ministro compete la precettazione solo quando in concomitanza con lo sciopero si verifichino eventi calamitosi o di concreto e grave pericolo per l’ordine pubblico“.
La reazione di Landini alle parole di Salvini: “Un attacco al diritto di sciopero”
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha subito risposto alle parole di Salvini, rivendicando il diritto di scioperare senza che i ministri interferiscano nella decisione della durata o delle modalità di svolgimento della manifestazione:
Io penso che questo sia un attacco al diritto di sciopero e trovo che sia un modo arrogante. […] Questa è una logica arrogante perché pensa di poter stabilire quando gli scioperi sono validi, ma il diritto allo sciopero è garantito dalla Costituzione. Noi stiamo rispettando tutte le leggi, c’è un confronto aperto con la commissione di garanzia, non capisco perché interviene il ministro.
Simile anche la posizione di Stefano Malorgio, segretario generale della Federazione italiana lavoratori trasporti Cgil, il quale afferma che tali “dichiarazioni eversive” non preoccupano più di tanto le sigle sindacali, perché “spesso fanno aumentare l’adesione dei lavoratori“.
Arturo Scotto: “Anziché continuare ad attaccare i sindacati Salvini si occupi delle condizioni dei lavoratori”
Arturo Scotto, capogruppo democratico in commissione Lavoro, ha commentato aspramente le parole del ministro Salvini, definendo il suo atteggiamento proprio di un “bullo” e bollando come “politica” la scelta di ricorrere alla precettazione.
Non si interroga mai sulle cause dello sciopero dei trasporti, pensa che siano una perdita di tempo. […] Non sa che per scioperare i lavoratori scelgono di rinunciare a un giorno di stipendio. Dovrebbe avere più rispetto e soprattutto impegnarsi a dare uno sbocco contrattuale a questa vertenza: anziché continuare ad attaccare i sindacati si occupi delle condizioni dei lavoratori.