Il pubblico ministero Marco Brusegan ha chiesto il processo per Diletta Miatello, l’ex vigilessa di 51 anni accusata di aver ucciso i genitori Maria Angela Sarto e Giorgio Miatello, di 84 e 89 anni, a San Martino di Lupari, in provincia di Padova.

Uccise i genitori a San Martino di Lupari: verso il processo a Diletta Miatello

I fatti risalgono alla notte tra il 26 e il 27 dicembre scorso: la signora Sarto era morta sul colpo; Miatello invece era sopravvissuto alla furia omicida della figlia, morendo in ospedale qualche mese più tardi. A dare l’allarme era stata l’altra figlia della coppia, Chiara.

Attorno alle 13 del giorno successivo al delitto, entrando nell’appartamento dei suoi per un saluto, aveva trovato il papà cosciente, ma in gravissime condizioni, e la mamma morta, avvolta in una trapunta insaguinata. Subito aveva puntato dito contro la sorella Diletta, che quella mattina, vedendo arrivare la domestica che aiutava la coppia, le aveva detto di non entrare, ché non c’era bisogno che pulisse.

Ex vigilessa, la donna, oggi 51enne, era alla continua ricerca di denaro. Denaro che i genitori pensionati non sempre riuscivano a darle. Viveva nell’appartamento accanto al loro, al civico 13 di via Galileo Galilei, a San Martino di Lupari, in provincia di Padova. Ci era tornata dopo essersi separata dal marito – con cui aveva avuto anche un bambino – e aver rinunciato al suo lavoro.

Gli inquirenti l’avevano rintracciata al volante della sua Fiat Panda rossa nel comune di Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, avrebbe colpito i genitori con un coltello e con un piatto di ceramica decorato. Da quando è stata fermata non ha mai ammesso le sue reponsabilità.

Di cosa è accusata l’ex vigilessa e a cosa punta la difesa

Il pm di Padova ha chiesto il suo rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 15 dicembre.

La mia assistita sta vivendo una condizione molto difficile. Di fronte al magistrato ha negato di aver commesso quello che le viene contestato, perché questo è il suo ricordo. La strategia difensiva è volta ad accertare o meno le facoltà mentali della signora. È stato importante per ora stabilire un contatto e rendersi conto della difficile situazione che sta vivendo. Dire che lei nega i fatti è semplicistico,

ha spiegato il legale che la difende, l’avvocato Elisabetta Costa, al Mattino. Secondo lei la morte del padre non sarebbe da rinviare alle ferite procurategli dall’ex vigilessa, che dell’aggressione non ricorderebbe nulla. L’accusa, invece, pensa di sì e chiederà alla Corte d’Assise di condannare la 51enne per duplice omicidio.

Gli altri casi di parricidio saliti alla ribalta delle cronache

Di recente, con la chiusura del processo in Appello, si era tornati a parlare del caso di Benno Neumair, condannato all’ergastolo per aver ucciso i genitori Peter e Laura, di 63 e 68 anni, a Bolzano. Era l’inizio del 2021. Il 33enne, con problemi psichiatrici e da poco sottoposto a un Tso in Germania, strangolò i coniugi con una corda da arrampicata, gettandone i corpi nelle acque del fiume Adige e denunciandone la scomparsa.

Confessò quasi un mese dopo, spiegando di essere stato colto da un raptus al culmine di una lite. La sua storia ricorda quella di Diletta Miatello e di altri figli che, per i motivi più disparati, hanno ucciso i genitori. Di casi ne esistono molti. Si ricorderà, fra tutti, quello di Pietro Maso, che all’età di 19 anni, aiutato da tre amici, uccise il padre e la madre per entrare in possesso della loro eredità.

Era il 1991. Maso fu condannato a 30 anni e 2 mesi di reclusione. Nel 2013 è tornato libero, continuando a far parlare di sé per le minacce rivolte alle sorelle e i suoi problemi di tossicodipendenza. Ne parlavamo in maniera approfondita in questo articolo: Pietro Maso: chi è, chi sono i suoi complici, quanti anni di galera ha fatto e che lavoro fa oggi?