È stato scarcerato per “obesità” dopo essere stato condannato a 30 anni per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi: chi è Dimitri Fricano e perché la sua storia ha sollevato le polemiche? Nell’estate del 2017 l’uomo, oggi 34enne, uccise la fidanzata Erika Preti, di 28, in Sardegna e per tempo, prima di confessare, cercò di depistare le indagini.

Chi è Dimitri Fricano? È stato condannato a 30 anni per l’omicidio della fidanzata Erika Preti

Dimitri Fricano ha 34 anni e da sei è recluso per l’omicidio della fidanzata Erika Preti, consumatosi a San Teodoro, in Sardegna, il 12 giugno del 2017. All’epoca dei fatti aveva 30 anni e lavorava come commesso in un negozio di scarpe di Biella, suo paese d’origine.

La sua compagna era impiegata, invece, in un centro commerciale. Di anni ne aveva 28. Erano in vacanza. Il giorno del delitto avrebbero dovuto raggiungere una coppia di amici per un’uscita in gommone. Qualcosa, però, andò storto.

Lo avrebbe raccontato lo stesso Fricano a oltre quaranta giorni dai fatti, dopo aver cercato di depistare le indagini, raccontando di uno sconosciuto entrato nell’appartamento di cui erano ospiti per aggredire entrambi, Erika mortalmente.

Disse di aver ucciso la giovane al culmine di una lite scoppiata per futili motivi: lei lo aveva rimproverato per aver lasciato delle briciole sul tavolo della cucina, dopo averlo additato come “fannullone”. Disse: “Erika l’ho uccisa io”. Non era la prima volta che litigavano per lo stesso motivo.

Solo che quella volta le cose degenerarono. Fricano afferrò prima un coltello, colpendola alla gola, per oltre 50 volte; poi con un fermacarte in pietra la colpì anche alla testa, lasciandola inerme in una pozza di sangue e dando l’allarme.

Incastrato dalle prove raccolte contro di lui e rinviato a giudizio, il giovane chiese di avvalersi del rito abbreviato, che al termine del processo gli ha consentito di ottenere uno sconto di pena. I giudici gli hanno dato trent’anni. Ma da qualche ora il 34enne è stato scarcerato, finendo agli arresti domiciliari.

Scarcerato perché obeso e iperfumatore: la reazione della famiglia della vittima

Dopo aver scontato parte della pena nel carcere di Ivrea, Fricano era stato trasferito nella struttura penitenziaria delle Vallette di Torino. Ora però è tornato a casa, ai domiciliari: i suoi problemi di salute, secondo i giudici, sarebbero incompatibili con la detenzione.

A renderlo noto sono stati i legali che lo assistono, gli avvocati Alessandra Guarini e Roberto Onida, secondo cui il 34enne sarebbe arrivato a pesare 200 kg (quando è entrato ne pesava 120) e a fumare oltre 100 sigarette al giorno e avrebbe quindi bisogno di un’assistenza speciale che il carcere non può fornirgli.

La vicenda ha sollevato non poche polemiche, riaprendo una ferita mai del tutto rimarginata nei familiari della vittima, che ai microfoni del Corriere della Sera hanno espresso il loro malcontento e dolore.

I domiciliari per Dimitri? Sono una decisione vergognosa. Sapevo non avrebbe scontato 30 anni di carcere, ma sei sono davvero troppo pochi. Non si augura la morte a nessuno, ma questa storia finirebbe solo così. Tanto nessuno mi ridarà indietro la mia bambina. E per noi il dolore è ancora troppo forte,

ha dichiarato il padre di Erika, Fabrizio Preti, spiegando di aver ricevuto la notizia da un amico di famiglia che l’aveva letta online. Per lui e per i suoi cari sapere che l’assassino della figlia è uscito è stato come ricevere “una pugnalata al cuore“.

Si fidavano di lui: non pensavano che avrebbe potuto mai fare ciò che ha fatto e ancora adesso fanno fatica ad accostarlo agli eventi di quella fatidica mattina. Difficilmente potranno perdonarlo per avergli portato via Erika e la gioia di vederla crescere, costringendoli a piangerla su una fredda tomba.

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