Matteo Garrone porta il suo “Io, Capitano” agli studenti della Regione Lazio tramite il progetto ABC. Tanti i ragazzi dei licei che hanno potuto vedere il film scelto per rappresentare l’Italia nella corsa all’Oscar e premito con il Leone d’Argento alla Mostra di Venezia, un’opera che racconta il viaggio dei migranti attraverso l’Africa e il Mediterraneo sognando una vita migliore. Un’opera straordinaria, che lo stesso Matteo Garrone ha voluto condividere con il pubblico dei ragazzi per permettere loro di comprendere i molteplici messaggi al suo interno come ha sottolineato nell’intervista esclusiva concessa a TAG24.

Matteo Garrone intervista video, la proiezione di Io Capitano per le scuole e la nomination all’Oscar del film

Matteo Garrone a TAG24 sottolinea la grande importanza di portare il suo “Io, Capitano” agli studenti, lui che ha portato quasi 700 mila persone nei cinema arrivando ad ottenere gli stessi incassi di “Me contro Te” e dietro solo all’eccezionale esordio alla regia di Paola Cortellesi: “Il valore dell’accoglienza è sempre attuale, il dramma dei migranti purtroppo è attuale da molti anni. L’incontro con i giovani ragazzi delle scuole per noi che abbiamo fatto il film è fondamentale perché ci permette di raggiungere un pubblico diverso che altrimenti non lo avrebbe visto. I ragazzi si ritrovano davanti ad un racconto dove possono identificarsi perché poi i protagonisti sono loro coetanei, possono vivere l’avventura attraverso gli occhi dei protagonisti riuscendo a vedere cambiando la prospettiva questo problema dei migranti”, poi rimarca il concetto “Sono ragazzi come loro che inseguono un sogno, con il desiderio di viaggiare per cercare opportunità migliori, che però purtroppo mettono a rischio la loro vita”.

Il regista quasi si commuove quando gli chiediamo di Seydou Sarr, l’attore protagonista del film che da un anno vive a Fregene con la madre del cineasta: “Lui ha fatto un’interpretazione straordinaria, ha reso il film che abbiamo fatto forte, intendo ed emozionante. Ha fatto benissimo il suo lavoro e ha vinto un premio a Venezia al suo primo film”, l’emozione più bella però è sicuramente quella umana “Lui è un ragazzo molto timido, semplice, dolce ma non voglio passare per buonista. Lui ora vive da un anno a casa di mia madre perché lei è felicissima di averlo lì e ora per lei è come un altro figlio”, mostrando grande emozione e occhi lucidi su questo argomento di cui non è così solerte parlare.

Il percorso internazionale di “Io, Capitano”

Matteo Garrone è anche il candidato dell’Italia ai prossimi premi Oscar per il miglior film internazionale, con il sogno della cinquina che è vivo e rafforzato dalle recenti due nomination agli EFA per il miglior film europeo e la miglior regia: “Credo che qualsiasi riconoscimento possa essere di grande aiuto per avvicinare il pubblico al film che abbiamo fatto. Quando fai un’opera speri che questa venga vista da più persone possibili ed i premi in questo caso aiutano. Quando abbiamo vinto a Venezia abbiamo visto che poi il pubblico è andato a vedere il film in sala molto di più ed è arrivata la candidatura agli Oscar. Sono premi che ci avvicinano al pubblico e fanno piacere perché significa che abbiamo fatto bene il nostro lavoro”. Durante l’incontro con gli studenti ha ribadito la sua fede sportiva per la Roma, ma domenica non riuscirà a seguire il derby con la Lazio: “Sarò ad un festival in Francia per promuovere il film”, a dimostrazione di come la corsa verso Los Angeles sia in pieno svolgimento.

Il progetto ABC, un’occasione di crescita per gli studenti

L’incontro con Matteo Garrone rientra nel modulo didattico dedicato alla settima arte che si inserisce nei Progetti Scuola ABC, che accompagnano gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie della Regione Lazio alla scoperta del cinema e dell’audiovisivo, della scrittura, della musica, del teatro,  della storia e dei luoghi unici di Roma e della regione. La dottoressa Stefania Sebasti a TAG24 ribadisce il concetto dell’importanza di educare i ragazzi alla visione del cinema: “Ho visto i ragazzi molto presi e concentrati da un film che ha dato loro motivi per riflettere, i telefoni cellulari sono rimasti spenti e le loro domande sono state molto profonde. È importante educarli a questo tipo di visione”.