«La manovra del Governo non mi piace, è troppo tecnica e non fa nessuna scelta politica»: con queste parole Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, ha commentato oggi, nell’intervista rilasciata a Giulio Cavalli per La Notizia, la legge di bilancio voluta dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Come spiegato da Bandecchi, la mancanza di scelte coraggiose – unita a evidenti inciampi nell’azione di governo – deve essere imputata a un’impreparazione della maggioranza che, evidentemente, «non era preparata a governare».

Ciò che manca, nell’analisi del sindaco di Terni, è la presenza nell’esecutivo di professionalità adeguate alla missione affidata loro. Pur non esprimendo nomi – ma sottolineando la grande stima per il ministro Giorgetti – Bandecchi sottolinea come molti ministri scelti dalla presidente del Consiglio Meloni non siano, semplicemente, le persone giuste al posto giusto.

Manovra, Bandecchi (AP): “Questa legge di bilancio non farà crescere l’Italia”

Che il giudizio di Bandecchi sull’attuale Governo fosse piuttosto severo, d’altronde, non è una novità. Le critiche mosse dal coordinatore nazionale di Alternativa Popolare non muovono, però, da un’impostazione ideologica ma da una capacità di osservazione pragmatica.

L’Italia guidata da Giorgia Meloni, secondo Bandecchi, non sta infatti crescendo sotto nessun punto di vista. La mancanza di visione del Paese che si evince dalla manovra finanziaria 2023 si riscontra, peraltro, nelle scelte prese dal Governo che mentre «gli italiani studiano e lavorano all’estero mantiene solo la mucca Chianina».

Il riferimento, come è evidente, è non solo all’immobilismo italiano nella lotta al calo demografico, ma anche ai pregiudizi ideologici che hanno guidato il Governo anche sul tema della carne coltivata.

Il no alla produzione e alla commercializzazione degli alimenti ottenuti dalla coltivazione cellulare impedirà infatti per Bandecchi lo sviluppo della ricerca senza risolvere minimamente quello squilibrio che rende oggi più semplice trovare, nei ristoranti italiani, carne argentina che italiana.

Immigrazione, Bandecchi: “Il nostro è un Paese da cui i cittadini scappano. Menomale che questo Governo voleva difendere l’italianità”

L’intervista con Giulio Cavalli è per Bandecchi l’occasione di ribadire, inoltre, le sue idee sull’immigrazione. Anche su questo delicatissimo tema, infatti, Bandecchi ha invitato più volte ad abbandonare quell’impostazione ideologica propagandistica che vede nei migranti una minaccia e non un’opportunità.

Secondo in sindaco di Terni – pronto a fare della sua città un laboratorio – in un contesto di calo demografico, come quello in corso, i migranti giocheranno infatti un ruolo cruciale nella sfida alla denatalità.

Guardando ai dati sull’emigrazione, Bandecchi osserva poi come nel 2023 siano state più le persone che abbiano scelto di abbandonare l’Italia che quelle che abbiano deciso di entrarvi. Questo dato «preoccupantissimo» ottenuto da «un Governo che voleva tenere alta l’italianità» rivela, nell’analisi del coordinatore nazionale di AP, che l’Italia non è più un Paese appetibile non solo per i suoi stessi cittadini, ma perfino per gli extracomunitari.

Nonostante queste evidenze, tuttavia, il Governo continua a parlare di soluzioni irrealizzabili gettando fumo negli occhi dei cittadini, come dimostra il recente patto siglato tra Albania e Italia pochi giorni fa definito da Bandecchi come l’ennesima trovata propagandistica del Governo.

Bandecchi: “Sono un capitalista sociale sempre vicino alle classi deboli”

Nella chiacchierata con il giornalista di La Notizia Bandecchi rimarca poi la visione economica che intende portare in politica con Alternativa Popolare, ovvero quella di un capitalismo sociale europeo che sia davvero vicino alle classi deboli creando sviluppo e non con le misure propagandistiche attuate dalla destra sociale oggi al Governo.

Per promuovere la crescita di un Paese, tuttavia, serve una capacità di scelta che oggi il sindaco di Terni non ravvede assolutamente nel Governo.

A dimostrazione che, anche con poche risorse si può imprimere una direzione alle proprie scelte Bandecchi cita il bilancio finanziario di Terni: «Se avessi dovuto ascoltare i tecnici avrei dovuto mettere 600mila euro sulle strade e invece ci ho messo 6 milioni». La manovra di Meloni, invece,

“…non aggiunge nulla e che non ripaga un solo euro del debito che abbiamo accumulato. Un governo così non serve a nulla, bastava pagare dei buoni ragionieri”.

Premierato, il secco no di Bandecchi alla riforma costituzionale voluta dal governo Meloni

Ancora più netto è il giudizio di Bandecchi sulla riforma costituzionale presentata dal Governo. Secondo Bandecchi, infatti, «è una cazzata che per avere stabilità si debba avere un duce».

Anche perché il mancato sviluppo italiano non può essere imputato al sistema politico istituzionale. Altrimenti perché «siamo stati la quinta potenza mondiale mentre cambiavamo governo ogni sei mesi e oggi non contiamo niente anche se abbiamo il maggioritario»?

Il culto dell’uomo solo al comando è per Bandecchi quanto di più sbagliato ci sia. Non a caso, con la sua Alternativa Popolare Bandecchi ha fatto una scelta ben diversa, non inserendo il suo nome sul simbolo per privilegiare la collegialità e la cultura di partito fondata sul merito, contro quelle parentopoli «estremamente sgradevoli e molto poco intelligenti».

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