C’è ancora mistero sulla morte di Gerardina Corsano, la donna di 46 anni, morta ad Ariano Irpino il 31 ottobre all’Ospedale Frangipane. Non sono ancora chiare le cause del decesso, non sarebbe l’olio al peperoncino che la signora ha mangiato durante una cena al ristorante L’Oasi della città in provincia di Avellino.

All’inizio si è parlato di intossicazione da botulino, dovuto proprio all’olio, e poi di un presunto avvelenamento da pesticidi presenti nell’azienda del marito. Anche l’uomo è stato male ma ora è fuori pericolo, è stato dimesso pochi giorni fa dall’Ospedale Cotugno di Napoli e ha presenziato al funerale della compagna.

Dunque, al momento le cause sono sconosciute. Tag24 segue il caso da tempo.

Coppia intossicata ad Ariano Irpino, pesticida o botulino ad aver causato la morte della donna?

L’avvocato Guerino Gazzella, legale della ristoratrice, in una intervista a Tag24.it ha smentito che sia stato l’olio piccante la causa del decesso della donna, in quanto la motivazione è da ricercare altrove, fuori dalla struttura. Oltre alla coppia, nessun cliente si è sentito male o ha avuto problemi di salute.

La pista è stata smentita sin da subito dall’avvocato Gazzella, anche in un’intervista alla testata, il quale ha confermato durante la diretta che su 130 coperti più di 20, 25 persone hanno utilizzato lo stesso olio piccante utilizzato da Angelo Mennino e Gerardina Corsano, e hanno testimoniato alla Procura della Repubblica di non aver avuto alcun tipo di problematica relativa all’ingestione del condimento. Inoltre, i ristoratori hanno immediatamente collaborato con le forze dell’ordine e i NAS per fornire tutti gli alimenti richiesti per le analisi scientifiche e la provenienza di tutti i prodotti utilizzati nella struttura. Saranno le indagini tossicologiche, l’esame autoptico e tutti gli elementi di indagine a portare fuori la verità

Il legale della famiglia di Gerardina Corsano: “Nessuno è colpevole fino all’arrivo dell’esame tecnico”

TAG24 ha intervistato l’avvocato della famiglia di Gerardina Corsano, Giordano Giorgione, in merito alle evoluzioni del caso.

D. Avvocato, dalle indagini risulta una totale assenza di botulino nell’olio piccante e negli alimenti utilizzati dal ristorante. Qual è la prossima pista da seguire in merito al caso Corsano?

R. Che il botulino sia stato escluso, noi ancora non lo leggiamo ufficialmente, ma credo che sia ormai da confermare a breve. Le piste da seguire sono complesse, e per perseguirle bisognare fare una serie di verifiche e di passaggi, che vanno da un punto A ad un punto B, fino alla conclusione. Innanzitutto dobbiamo chiederci: con chi sono usciti i signori (i Mennino), come e quando, con chi erano quella sera, quali amici, parenti, familiari hanno visto, va verificato tutto l’excursus dei giorni in cui si sono recati in ospedale, naturalmente fino al giorno in cui la signorina Gerardina non è più tornata a casa. Poi, si parla anche di pesticidi ma anche questo dovrà essere accertato successivamente da chi ha già eseguito l’autopsia.

D. L’avvocato Gazzella ha ribadito nuovamente che il ristorante non c’entra e che questa è una fatalità che sarebbe potuta accadere ovunque. Alcune testate parlano di avvelenamento da pesticidi presenti nell’azienda del Mennino. Lei però mi conferma che questa è soltanto una speculazione, un mero clickbait e che per ora non c’è nulla di concreto? Questa idea è nata perché il Signor Mennino ha un’azienda agricola e alcuni giornalisti hanno cercato di fare 2+2.

R. Sì, perché si cerca di dare sempre con immediatezza – e anche un po’ genericamente – responsabilità a qualcuno. Io dico che nel caso di specie c’è chi deve valutare, c’è chi è deputato a tanto, dunque perché non attendere i risultati scientifici prima di parlare?

D. Oggi ha seguito la conferenza stampa dell’avvocato Gazzella e della ristoratrice Pina Scaperrotta? La signora è tuttora addolorata per questa tragedia.

R. L’innocenza fino al terzo grado va sempre riconosciuta a tutti, è un diritto riconosciuto ontologicamente nei sistemi democratici. Il locale è stato dissequestrato parzialmente, la veranda è ancora sotto sequestro. Io non dò responsabilità a nessuno e non voglio darla, ma la fatalità può aver giocato un ruolo determinante in questa tragedia. Però fin quando non abbiamo in mano un esame tecnico e mettiamo agli atti i risultati non possiamo dare colpa a nessuna delle parti, dobbiamo necessariamente attendere. Al momento il nostro è un punto di vista neutrale.

D. Abbiamo provato ad intervistare i legali del Mennino per avere il loro punto di vista e per dovere di informazione, ma hanno rifiutato. Avete avuto comunicazioni con i legali della famiglia Mennino o state collaborando per comprendere al meglio la situazione?

R. In verità abbiamo avuto qualche scambio con il collega Pratola, ma niente di utile al momento per il caso. Ognuno di noi svolge l’attività nell’ottica della corroborazione, noi dobbiamo convergere insieme in una giusta ricostruzione dei fatti. Il signor Mennino ha scelto naturalmente gli avvocati che ha ritenuto più opportuni alla situazione, loro – la famiglia Corsano – hanno scelto me perché sono il dominus di Mariassunta, la nipote di Gerardina. Ognuno di noi fa il proprio lavoro, con la massima responsabilità. La morte di Gerardina a soli 46 anni, mi creda è qualcosa di devastante.

D. La ristoratrice ieri al telefono era devastata, ha infatti evidenziato che indipendentemente da come finisca il caso, questo è un momento che non dimenticherà mai per il resto della vita.

R. Guardi posso soltanto immaginare come si senta al momento e la capiamo. Ora dobbiamo capire chi e quali sono in responsabili di questa tragedia, noi vogliamo la verità. Tutte e tre le parti vogliono la verità, giustizia e punto.