La Lega ha presentato, nei giorni scorsi, un disegno di legge che propone di adeguare gli stipendi dei lavoratori al costo della vita: ecco cosa dice il ddl. Ad annunciarlo è stato il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama. Il politico ha assicurato che, in caso venisse approvato, non verrebbe meno il principio della parità retributiva e non ci creerebbero ulteriori divari tra Nord e Sud Italia.
Stipendi in base al costo della vita: cosa dice il ddl della Lega?
Adeguare gli stipendi degli italiani al costo della vita? Questa è la nuova proposta avanzata dalla Lega con un ddl. Il disegno di legge portato e spiegato in Aula dal senatore del Carroccio Massimiliano Romeo è nato dall’esigenza di fornire dei trattamenti economici adeguati ai lavoratori e alle lavoratrici italiane. E questo soprattutto alla luce degli aumenti e del caro vita che stiamo osservando negli ultimi tempi.
Il capogruppo della Lega a Palazzo Madama ha fatto riferimento, in particolar modo, alle grandi città italiane, come Roma, Milano, Torino, Napoli e via dicendo. Città in cui l’inflazione (qui gli ultimi dati) ha effetti differenti rispetto ad altre aree del nostro Paese.
Il disegno di legge è nato, ha affermato il senatore leghista, per fornire la possibilità di utilizzare il parametro del costo della vita nell’attribuzione degli stipendi ai dipendenti e alle dipendenti sia del settore pubblico che di quello privato. Tale parametro si andrebbe così ad aggiungere a quelli già previsti dalla legge italiana.
Romeo ha assicurato inoltre che, qualora questo disegno di legge dovesse in futuro diventare realtà, non verrebbe meno il principio della parità retributiva. Ha assicurato inoltre che non si dovrebbero creare divari e differenze tra Nord e Sud Italia.
Il senatore ha spiegato che, in realtà, all’interno del documento si parla di “trattamenti economici e accessori”. Dunque non di stipendi veri e propri. Ha affermato:
Noi parliamo di trattamenti economici accessori, che possono essere riconosciuti ai dipendenti valutando anche il diverso impatto che l’incremento dei costi dei beni essenziali ha sui cittadini, così come si evince dagli indici Istat.
Il politico ha continuato il suo discorso sostenendo che la Lega sarebbe pronta ad introdurre alle norme già in vigore un elemento nuovo. Il disegno di legge avanzato dai membri del Carroccio prevede la possibilità di dare ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti in Italia una “somma differenziata” in base alla città e al luogo in cui ha sede la società.
Quali sarebbero gli effetti e le conseguenze?
A questo punto ci sono una serie di questioni e di dubbi che gli stessi italiani hanno avanzato. Secondo quanto previsto dal documento presentato dalla Lega, la nuova possibile misura comporterebbe un aumento delle spese da parte dei datori di lavoro per pagare i propri dipendenti?
A sciogliere il nodo è stato sempre Massimiliano Romeo. Questi ha asserito che nel disegno di legge si parla del fatto che i datori di lavoro siano privati del credito d’imposta per coprire poi le spese sostenute per tali “trattamenti economici e accessori”.
Un’altra possibile conseguenza, qualora questo disegno di legge venisse approvato, potrebbe essere l’aumento dei divari tra il Nord e il Sud Italia. A muovere tale specifica critica è stato, tra gli altri, il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale del Pd Marco Sarracino.
Il dem ha attaccato la Lega, accusandola di voler divere l’Italia. Ha rassicurato che lui e il suo partito non consentiranno l’entrata in vigore di tale disegno di legge. Sarracino ha sostenuto che il Pd non sarà favorevole. Anzi, il contrario. Ecco le sue parole:
Dopo l’autonomia differenziata ecco l’ennesimo atto per continuare a spaccare l’Italia e aumentarne i divari. Tutto nel silenzio degli autoproclamati ‘patrioti’. Il Pd non lo consentirà, perché una proposta del genere mette realmente in discussione il principio di uguaglianza e la coesione del nostro Paese.
Dall’altro lato però il leghista Massimiliano Romeo ha assicurato l’opposizione affermando che lo scopo del documento non è quello di accentuare le differenze tra le diverse parti d’Italia, bensì quello di riconoscere che il costo della vita sta avendo importanti conseguenze nelle più grandi città del nostro Paese.
Il leghista poi ha concluso ribadendo il fatto che il disegno di legge non prevede di toccare i contratti nazionali. Ciò a cui punta piuttosto è rafforzare la contrattazione di secondo livello. Ovvero la contrattazione territoriale o aziendale. Questo è uno degli obiettivi principali del documento presentato dalla Lega in Aula tramite la figura del senatore Romeo.