Un fatto positivo e un passo in avanti” così il vicepremier Tajani ha commentato le pause umanitarie a Gaza di 4 ore decise durante il G7. Il ministro degli Esteri ha ribadito l’importanza della tutela dei civili.

Tajani considera le pause umanitarie come ‘un fatto positivo’

L’annuncio di pause umanitarie è considerato come un passo avanti da Tajani che ha ribadito di essere stato favorevole sin dall’inizio con questa scelta. Un’opzione comunque preferibile alla ‘tregua’, dice Tajani, che potrebbe andare contro Israele. Il vicepremier si è fermato a parlare con i giornalisti prima di lasciare Parigi dove si trovava per la Conferenza umanitaria internazionale per la popolazione di Gaza.

Tajani spera che presto ci sia una de-escalation e che si permetta ai civili di lasciare le zone maggiormente a rischio.

“La pausa umanitaria è un fatto molto positivo perché si permette ai civili di poter lasciare le zone più a rischio. Quindi questo è assolutamente un fatto molto molto positivo e sono contento che Israele ascolti le nostre parole a favore di una de-escalation”

Già la scorsa settimana il segretario di Stato Blinken aveva annunciato le pause umanitarie.

La tutela dei civili

Il ministro degli Esteri ha poi detto ai giornalisti che la scelta di dare ogni giorno 4 ore di pausa dell’uso delle armi è un messaggio che va nella direzione delle richieste del G7 e dell’Ue:

“Mi auguro che Israele possa continuare ad ascoltare le proposte di buon senso fatte dai paesi amici. È una buona notizia”

Resta sempre il sostegno ad Israele che ha diritto di difendersi dal lancio di razzi da parte di Hamas ma è importante che i civili non vengano feriti o coinvolti nel conflitto. Tajani si augura che arrivino quanto prima aiuti anche attraverso il valico di Rafah:

“È legittimo da parte di Israele colpire le centrali di Hamas da dove partono i missili contro lo Stato ebraico, ma è sempre importante non toccare i civili perché non hanno nessuna colpa, non sono Hamas e sono vittime di Hamas quindi è bene aiutarli facendo arrivare anche medicine, alimenti, acqua e mi aguro anche attraverso il valico di Rafah”

Un commento infine per quanto riguarda il nostro Paese che si sta impegnando anche per la costruzione vicino al valico o addirittura dentro Gaza. Unico limite sono le autorizzazioni:

“L’Italia sta facendo tutto il possibile, è partita la nostra nave e stiamo lavorando per un ospedale da campo vicino a Rafah o addirittura dentro Gaza però bisogna avere una serie di autorizzazioni”