Nell’ambito globale, la competenza nella lingua inglese è un barometro significativo per valutare la comunicazione internazionale e l’istruzione. Nella cornice educativa contemporanea, il monitoraggio del livello di inglese rappresenta quindi uno strumento cruciale per valutare l’efficacia delle politiche educative e la mobilità internazionale degli individui. Uno studio approfondito condotto dalla nota organizzazione educativa EF Education First ha messo in luce dati essenziali riguardo al livello di inglese parlato globalmente. Il report, intitolato EF English Proficiency Index (EF EPI), analizza le performance linguistiche di oltre due milioni di individui non anglofoni distribuiti in 113 paesi. E l’Italia non se la cava proprio benissimo, soprattutto tra le nuove generazioni.
Lingua inglese e italiani: disuguaglianze di genere e generazionali in crescita
Il report evidenzia due tendenze allarmanti: una crescita del divario di genere nell’apprendimento dell’inglese e un calo nell’acquisizione della lingua tra le nuove generazioni. Questi divari sembrano voler rappresentare una sfida critica per l’equità nell’accesso alle opportunità globali e potrebbero avere implicazioni a lungo termine sulla mobilità sociale e professionale.
Con riferimento specifico all’Italia, il report offre un’analisi puntuale della posizione del paese in questo contesto educativo e linguistico. Nonostante il paese sia noto per la sua ricca cultura e il suo patrimonio, l’inglese rappresenta un’area in cui c’è ancora spazio per miglioramenti significativi.
Cos’è il Test EF SET?
L’EF EPI si avvale del EF Standard English Test (EF SET), uno strumento di valutazione linguistica di ampia diffusione, riconosciuto per la sua affidabilità e accessibilità. Milioni di persone, oltre a istituzioni educative, aziende e enti governativi, utilizzano il EF SET per valutazioni linguistiche su larga scala.
Le dichiarazioni di Kate Bell
Kate Bell, la mente dietro lo studio, sottolinea che, nonostante un’apparente stabilità nella padronanza globale dell’inglese, ci sono dinamiche sottostanti che raccontano una storia differente. Alcuni paesi mostrano progressi notevoli, mentre altri regrediscono, bilanciando il quadro generale. Bell rimarca l’importanza cruciale dell’inglese come lingua franca, mezzo per condividere prospettive diverse e favorire la comprensione internazionale.
Lingua inglese: tendenze giovanili e apprendimento
In un panorama preoccupante, si nota un calo significativo nelle abilità linguistiche in inglese tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni. Questa tendenza, marcata da una diminuzione di 89 punti dal 2015, è stata particolarmente evidente in paesi ad alta popolazione come l’India e l’Indonesia. Analogamente, anche in Italia, l’impatto della pandemia ha contribuito a un declino, che si inserisce in una tendenza più ampia a livello globale.
Entrando più nello specifico, l’Italia registra un posizionamento al 35° posto, in condivisione con Spagna e Moldavia, e si trova al di sopra della Francia di sette posizioni. Tuttavia, è stata superata da nazioni come la Georgia, la Bielorussia e il Ghana. Al vertice della classifica si confermano paesi come l’Olanda, Singapore e Austria, con la Germania che si colloca in una solida decima posizione.
Focalizzandosi sull’Italia, il Friuli Venezia Giulia si distingue per la sua competenza linguistica in inglese, seguito da vicino dalla città di Padova, riconosciuta per l’ottimo livello di inglese parlato dai suoi abitanti.
Il lavoro premia: aumento delle competenze nella forza lavoro
Contrastando la tendenza giovanile, la forza lavoro adulta ha mostrato un incremento nelle competenze linguistiche in inglese. Durante il periodo pandemico, si è registrato un progresso di 20 punti tra gli adulti sopra i 30 anni. Questa evoluzione positiva non è isolata ma inserita in un trend di miglioramento costante osservabile dal 2015.
Una disparità di genere si sta delineando nel panorama linguistico, con un aumento di 14 punti nelle competenze maschili e una flessione di 19 punti tra le donne dal 2014. Tuttavia, la situazione non è omogenea a livello globale: 63 paesi mostrano risultati che sfiorano la parità di genere.