Spiega le ragioni dell’accordo con l’Italia, dichiara la sua stima incondizionata per Giorgia Meloni, schiva le critiche e abbraccia, pur bacchettandolo, il Partito democratico (italiano). È in forma smagliante l’Edi Rama ospite del programma “L’aria che tira” su La7, nonostante il suo sia un mordi e fuggi da Parigi, dove si trova per incontrare il presidente francese, Emmanuel Macron. Il premier albanese, in particolare, risponde all’ultima polemica scoppiata in merito alla sua permanenza nel Partito socialista europeo:

Se i compagni del Pd hanno un problema concettuale e di chiarezza – dice nel suo italiano pacato – possono chiamarmi, io sono raggiungibile in ogni momento. Ma discutere di questo aspetto al summit del Partito socialista europeo come si faceva ai tempi dell’Unione Sovietica lo trovo esagerato. Io sono sempre il compagno Edi Rama e abbraccio i compagni italiani.

Il premier albanese Edi Rama spiega in tv l’accordo tra Italia e Albania e risponde alle critiche

Replica così al responsabile economico dem, Antonio Misiani, anche lui in collegamento, e che lo attaccava:

Tutto questo entusiasmo che Rama mostra per il protocollo firmato con l’Italia sull’immigrazione non ci convince. Temiamo infatti che questo sia un altro pasticcio, e che costerà moltissimo agli italiani e senza risolvere il problema. Una questione che dovrebbe essere l’Italia a risolvere, anziché delegare un Paese straniero. Poi, per quanto riguarda i rapporti con il Partito socialista albanese, ne parleremo nel corso del prossimo incontro del Pse.

Concetti precedentemente espressi dal senatore Francesco Boccia. Prosegue la replica del premier albanese:

Io non ho mostrato entusiasmo per l’accordo, perché quando si arriva a queste intese poi c’è da lavorare. È sacrosanto pretendere che il patto non gravi più di tanto sui contribuenti, sacrosanto anche accusare il governo, ma sarebbe perfetto se venisse ringraziata l’Albania per il contributo offerto.

In realtà, il premier albanese è entusiasta anche quando parla della sua omologa italiana, Giorgia Meloni, con la quale è nata a quanto pare un’amicizia oltre all’intesa diplomatica.

Mi infastidisce che si consideri straordinaria questa collaborazione tra me, socialista, e lei, di destra. Non c’è nulla di straordinario nel fatto che Albania e Italia collaborino dal 1991. In tutto questo tempo non è emerso nessun problema sul colore dei nostri governi, proprio perché i due Paesi hanno interessi comuni. Tra me e lei ci accomuna che, come ci vedete in tv, così siamo nelle nostre relazioni. Per questo è nata questa alchimia: ciò che lei pensa è ciò che lei dice, non è un politico di plastica.

Rama appare però infastidito soprattutto quando lo chiamano a commentare le parole del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, che a “Otto e mezzo“, sempre su La7, aveva messo in guardia sul pericolo corruzione in Albania.

Mi rifiuto di commentare perché voglio evitare polemiche inutili. È così che sono stati creati gli stereotipi sulla mafia italiana. L’Albania è un piccolo Paese che, come altri, ha ingaggiato una battaglia permanente contro la corruzione, come dimostra anche la cooperazione con Guardia di Finanza e Polizia, che è giudicata positivamente da tutti.

“Siamo qui per governare, non per convincere tutti”

E quando gli viene chiesto se non fosse stato meglio rendere pubblico l’accordo, anziché arrivare a un’intesa quasi privata con la collega italiana, Rama chiosa:

Forse non ho la necessaria conoscenza per sapere che gli accordi tra due governi debbano essere messi prima in piazza. L’intesa prima si stipula, poi si pone all’esame dei rispettivi Parlamenti. I governi sono fatti per amministrare, non per convincere tutti.