Una delle possibili soluzioni per premiare i lavoratori che hanno prestato servizio durante il giorno di festa è il riposo compensativo: come funziona? Intanto, è bene sapere che si tratta di un periodo di riposo utile a compensare una prestazione lavorativa quantitativamente superiore a quella ordinaria prevista e retribuita dal contratto di lavoro.

Durante i giorni di festa, i lavoratori hanno diritto a non lavorare, ma a percepire comunque la retribuzione. Solo previo accordo, è possibile chiedere al dipendente di lavorare. In questi casi, al dipendente, oltre alla retribuzione mensile, spetta anche un trattamento extra. Ne sono previsti due, tra cui il riposo compensativo.

Nel testo, spieghiamo come funziona, come viene pagato e qual è l’altro tipo di prestazione spettante in caso di festività lavorata.

Cos’è e come funziona il riposo compensativo

In occasione delle festività individuate dalla legge i lavoratori dipendenti hanno diritto di non lavorare, ma essere comunque retribuiti. Tuttavia, non in rare occasioni, potrebbe capitare che l’azienda abbia comunque necessità di personale anche durante i giorni di festa. Si pensi, per esempio, ai medici: gli ospedali non possono di certo restare chiusi.

In questi casi, l’azienda può chiedere ai dipendenti di prestare servizio, ma solo previo accordo. Si parla, infatti, di lavoro aggiuntivo.

Le festività lavorate vengono comunque premiare e ci sono due modi per ricompensare i lavoratori:

  • Riposo compensativo;
  • Maggiorazione della retribuzione.

Occupiamoci del primo caso, ovvero del riposo compensativo. Riconoscere al dipendente il riposo compensativo, significa permettergli di non andare a lavorare per uno o più giorni, in base ai casi, allo scopo di recuperare le ore di riposo perse durante il periodo festivo.

In particolar modo, si ricorre al riposo compensativo in tutti i seguenti casi:

  • Il lavoratore non abbia fruito della giornata di riposo settimanale;
  • Il lavoratore lavora nei giorni festivi, ove il CCNL preveda il riposo compensativo,
  • Il lavoratore presta lavoro straordinario.

Come viene pagato

Solitamente, il riposo compensativo viene pagato al pari del lavoro normale. Tuttavia, alcune aziende possono anche applicare politiche diverse come, per esempio, il pagamento ad un tasso maggiorato oppure la possibilità di prendere il riposo compensativo come tempo libero non pagato.

Le modalità di pagamento devono essere stabilite secondo le normative e le politiche aziendali. La modalità scelta deve essere debitamente comunicata ai lavoratori, in modo chiaro e trasparente.

Cosa deve fare il datore di lavoro

Il datore di lavoro deve fissare il giorno di riposo in un’altra giornata e riconoscere in busta paga la maggiorazione per il lavoro festivo.

Infatti, chi lavora durante i giorni festivi o di riposo ha diritto ad una retribuzione maggiorata. Non esiste una regola generale che fissa con precisione di quanto debba aumentare la retribuzione per il lavoratore che presta attività lavorativa durante i giorni di festa.

Prima ancora, però, il datore di lavoro deve specificare nella lettera di assunzione che si riserva di richiedere, previo assenso del dipendente, lo svolgimento dell’attività nei giorni festivi.

Il dipendente, quindi, dovrà dare il proprio assenso, in forma scritta, allo svolgimento dell’attività lavorativa nei giorni festivi. Non c’è nessuna prescrizione di legge o di contratto collettivo sul preavviso, il quale sarà legato alle esigenze produttive e alle caratteristiche aziendali.

Quando il datore di lavoro è obbligato a concedere il riposo compensativo? Il datore di lavoro è obbligato solo nell’ipotesi in cui il lavoratore svolge prestazioni straordinarie e:

  • Non fruisce del riposo settimanale;
  • Non è compensato da maggiorazione retribuita;
  • Si è verificato un caso di lavoro notturno.

Ovviamente, come abbiamo già specificato, l’azienda può decidere di premiare il lavoratore che compie prestazioni straordinarie con il metodo che vuole tra quelli indicati.

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