Indicizzazione pensioni 2024: l’accordo raggiunto a livello governativo ha delineato un quadro che prevede rivalutazioni complete solo per coloro il cui importo pensionistico non supera quattro volte la pensione minima. Oltre questa soglia, le percentuali di rivalutazione diminuiscono in modo proporzionale all’aumentare degli importi. La bozza finale, diffusa poco prima dell’arrivo del testo al Senato, ha confermato queste disposizioni.
Indicizzazione pensioni 2024
Quando verrà definito il nuovo indice Istat, presumibilmente intorno al 6%, non tutti i pensionati riceveranno una rivalutazione completa della propria pensione. Al contrario, esiste persino il rischio di subire tagli più consistenti, qualora il governo decidesse di attingere proprio dall’indicizzazione per reperire le risorse necessarie a risolvere la complicata questione delle pensioni dei medici.
Negli ultimi giorni, l’intervento dell’esecutivo sulle pensioni dei dipendenti pubblici, in particolare dei medici, ha suscitato ampio dibattito. La proclamazione di uno sciopero da parte del personale sanitario indica la loro determinazione a non fermarsi, anche nel caso in cui il governo apporti modifiche all’articolo nella legge di Bilancio. Tuttavia, per rivedere la norma, sarà necessario reperire ulteriori risorse.
Secondo quanto trapela al momento, si sta considerando l’ipotesi di ottenere fondi supplementari attraverso ulteriori tagli alla rivalutazione degli assegni pensionistici più elevati.
Tabella aumento pensioni 2024 al netto
Secondo l’attuale bozza della Legge di Bilancio, nel 2024, solo chi percepirà una pensione inferiore a quattro volte la pensione minima (pari a meno di 2.102 euro) otterrà una rivalutazione del 100% in base all’indice di inflazione individuato dall’Istat. La suddivisione sarà la seguente:
- Pensioni minime over 75
Super rivalutazione
aumento a circa 650 euro mensili - Pensioni minime over 65
Super rivalutazione
aumento a circa 620 euro mensili - Pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.252 euro)
100% della rivalutazione - Pensioni da 4 a 5 volte il minimo (circa 2.815 euro)
90% della rivalutazione (finora era l’85%) - Pensioni da 5 a 6 volte il minimo (circa 3.380 euro)
53% della rivalutazione (nessuna variazione) - Pensioni da 6 a 8 volte il minimo (circa 4.500 euro)
47% della rivalutazione (nessuna variazione) - Pensioni da 8 a 10 volte il minimo (circa 5.630 euro)
37% della rivalutazione (nessuna variazione) - Pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.200 euro)
22% della rivalutazione (quest’anno era il 32%)
Per quanto riguarda l’aumento delle pensioni al netto, ecco alcuni esempi:
- chi prende 1.000 euro godrebbe di un aumento pari a 54 euro al mese;
- chi prende 1.500 euro avrebbe 81 euro in più al mese;
- chi prende 2.000 euro avrebbe 108 euro in più al mese.
Per comprendere meglio, se l’indice di inflazione fosse pari al 5,6%, la fascia tra 4 e 5 volte la pensione minima otterrebbe una rivalutazione del 4,8%, quella tra 5 e 6 volte la minima del 3,0%, quella tra 6 e 8 volte la minima del 2,6%, quella tra 8 e 10 volte la minima del 2,0%, e quella sopra le 10 volte la minima dell’1,2%.