Per la prima volta, gli Usa segnalano la buona riuscita nel trapianto di un intero occhio umano. L’intervento, eseguito a New York sei mesi fa, è stato reso noto soltanto nelle ultime ore, una volta acquisiti nuovi elementi sul successo dell’operazione chirurgica.

Il paziente si chiama Aaron James ed è un veterano dell’Arkansas sopravvissuto ad un incidente sul lavoro, che gli aveva però portato via parte della vista. E così si è sottoposto ad un trapianto parziale di faccia, che sembrerebbe essere andato per il meglio.

Il dottor Eduardo Rodriguez, a capo dell’equipe medica protagonista, ha parlato di un “enorme passo in avanti“, qualcosa “a cui si pensava da secoli ma che non era mai stato eseguito”. In passato, infatti, hanno avuto risalto imprese analoghe, come quella effettuata alcuni mesi fa a Torino, ma mai prima d’ora si era parlato del trapianto di un intero occhio.

Trapianto d’occhio negli Usa, ad agire una squadra di 140 chirurghi

Il maxi intervento, particolarmente delicato e complesso, è durato ben 21 ore, richiedendo l’ausilio di 140 chirurghi. Oggi, a circa 180 giorni di distanza, l’occhio trapiantato mostra segni di buona salute considerati “notevoli“.

Per il momento, però, il paziente non può ancora vedere. L’augurio di Aaron James è che si tratti di una condizione passeggera e che presto tutto torni alla normalità. Quello dei medici, invece, è che possa trattarsi di una rivoluzione copernicana nell’ambito della chirurgia dei trapianti.

Nel frattempo James si è raccontato alla Cnn, confidando la sua “grande speranza” affinché tutto vada per il meglio.

Se riuscirò a vedere sarà fantastico. Se l’intervento farà da apripista a una nuova strada nel campo medico sono completamente a favore.

La testimonianza della moglie dell’uomo

Sempre ai microfoni dell’emittente televisiva statunitense, la moglie Meagan ha raccontato i tragici istanti successivi all’incidente che aveva colpito l’uomo. Si trovava a prendere la figlia a scuola, quando ha ricevuto la drammatica telefonata da un numero sconosciuto che le riportava la notizia.

Risposto al telefono, è riuscita a capire solo poche parole: “Aaron“, “incidente“, “grave“. Un medico l’ha poi aggiornata sulle condizioni del marito, apparse fin da subito disperate. Lei gli aveva chiesto se si sarebbe ripreso e la risposta era stata lapidaria.

L’unica cosa che posso prometterle è che non morirà prima del suo arrivo.