Da capitano, a capitano, oggi Lautaro Martinez si gode e trascina la sua grande Inter, ma prima di lui c’è chi ha scritto la storia. Sandro Mazzola è una leggenda del calcio italiano e un’icona indiscutibile per i nerazzurri. Una vita intera dedicata al calcio, una carriera piena di successi, tutta con la stessa maglia addosso. 20 anni di Inter, e di Nazionale, quella di Mazzola è una storia fantastica, di quel calcio romantico che oggi non esiste più. Dall’esordio contro Sivori alla doppietta in finale di Champions, passando per la staffetta con Rivera e fino ad arrivare all’acquisto di Ronaldo, ha dato tutto ciò che poteva dare e vinto tutto ciò che poteva vincere. Oggi guarda i nerazzurri da spettatore. Per commentare la stagione della squadra di Inzaghi e Salisburgo-Inter, Mazzola è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Salisburgo-Inter e le scelte di Inzaghi, Mazzola a Tag24

Che sia campionato o Champions League poco importa, l’Inter non ha nessuna intenzione di fermarsi. In Serie A la squadra di Inzaghi ha già dimostrato di essere la più forte. La formazione da battere, così la definiscono tutti e di certo quella più accreditata per la vittoria dello scudetto. Da quella finale persa, nella massima competizione europea, i nerazzurri si sono ricompattati e ora non vogliono far altro che vincere. Dal mercato sono arrivati i tasselli giusti, i pezzi mancanti che completano un puzzle praticamente perfetto. Ieri contro il Salisburgo, la formazione milanese ha dato ancora una volta dimostrazione di forza e si è messa già in tasca il passaggio del turno. Per commentare la stagione pazzesca dei ragazzi di Inzaghi e Salisburgo-Inter, Mazzola, ex capitano nerazzurro e parte di storia di questo club, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Ottimo momento dell’Inter che anche ieri in Champions ha dimostrato di essere una squadra solida e compatta. Nella massima competizione europea può ripetere il risultato straordinario raggiunto lo scorso anno?

“Vedendola giocare penso proprio che sia possibile. È chiaro che è sempre molto difficile arrivare in fondo in Champions League, anche perché gli avversari ti studiano e ti affrontano con il coltello tra i denti. Più una squadra è forte e più dall’altra parte subentra la voglia di fare bene. Detto questo però, i nerazzurri in questa stagione stanno dimostrando di essere una grande corazzata, hanno tutte le qualità e le carte in regola per fare bissare la finale dello scorso anno”.

In campionato, finora, ha dimostrato di essere la squadra più forte. Rischia di correre da sola per lo scudetto?

“Assolutamente no, non si devono mai sottovalutare gli avversari. Le corse da soli non esistono, quindi l’attenzione deve essere sempre massima. Ci sono squadre interessanti e anche chi è partito meno bene in questa stagione, piano, piano può venire fuori e tornare in lotta. La competizione è tanta e l’Inter è la favorita ma è non l’unica in lizza per lo scudetto”.

Tra tutte le avversarie, la Juventus è la squadra che preoccupa di più?

“Chi? Non conosco la Juventus (ride n.d.r)! Scherzi a parte, è una squadra che gioca male ma vince sempre e di questo non possiamo che prendere atto. È chiaro che proverà a mettere i bastoni tra le ruote all’Inter fino alla fine. Noi però in questo momento guardiamo tutti dall’alto. Il massimo sarebbe riuscire a farli giocare meglio, ma senza vincere!”.

Lei è una parte straordinaria di storia dell’Inter, ha indossato la fascia di capitano per tante stagioni e sa bene cosa significa. Quella fascia, secondo lei, ha responsabilizzato Lautaro?

“Direi assolutamente di sì. La fascia di capitano ti dà una forza indescrivibile. È una cosa importante e credo che Lautaro sia maturato molto anche per questo. Quando indossi la fascia ti senti più responsabile, nei confronti di tutti i tuoi compagni. Lui ha voglia di fare bene e si è caricato questa squadra sulle spalle”.

Cosa ne pensa di mister Inzaghi?

“Mi piace molto e penso sia ben riconosciuto all’interno dello spogliatoio. Vedo le partite e noto anche i dettagli. Ecco, fateci caso, quando lui dice qualcosa ai calciatori, lo fa guardandoli negli occhi. Poi gli dà la possibilità di replicare, ma con il suo sguardo conferisce grande grinta alla squadra. È il primo a crederci e ha una grande personalità”.