Indi Gregory è ancora viva: lo stop alle cure è stato rinviato. Lo ha annunciato su X il legale della famiglia della piccola, Simone Pillon. Gli atti sono stati trasmessi alla Corte d’Appello ed è quindi prevista un’udienza domani 10 novembre alle 12 (13 ora italiana) per discutere della possibilità di trasferire la giurisdizione del caso a un giudice italiano.

Il padre della piccola di 8 mesi, Dean, aveva già dato notizia nel pomeriggio della richiesta urgente alla Corte inoltrata dai propri legali. Il distacco dei supporti vitali era stato inizialmente fissato per oggi 9 novembre alle 17 (ora italiana).

Rinviato lo stop alle cure per Indi Gregory: “La speranza divampa”

Il caso di Indi Gregory, bimba di 8 mesi affetta da una malattia incurabile e ricoverata al Queen’s Medical Centre (QMC) dell’Università di Nottingham, da giorni sta commuovendo non solo il Regno Unito, ma anche l’Italia.

Il nostro Paese, infatti, le ha concesso la cittadinanza italiana, accogliendo la richiesta dei genitori dopo che i giudici dell’Alta Corte di Londra avevano negato loro la possibilità di trasferire la piccola all’ospedale Bambin Gesù di Roma, in un disperato tentativo di tenerla in vita.

Come già accaduto in altri casi precedenti, i giudici si erano pronunciati stabilendo la sospensione delle cure in base a un orientamento della giustizia inglese, ossia quello del “massimo interesse del minore“. Secondo i medici che seguono Indi, infatti, continuare le terapie le causerebbe solo dolore.

In una folle corsa contro il tempo, sono state quindi attivate dall’Italia le procedure ex artt. 9 e 32 della Convenzione dell’Aja. Pillon ha fatto sapere che i genitori ringraziano ancora di cuore il nostro Paese per quello che sta facendo.

La speranza divampa

ha scritto sui social.

Attivate procedure della Convenzione dell’Aja

Pro Vita & Famiglia, che sta seguendo la vicenda, ha spiegato in una nota che il rinvio è stato possibile poiché è stata attivata la procedura dell’articolo 9. Il giudice competente italiano si è messo in contatto con il giudice competente inglese e gli atti sono stati trasferiti alla Corte d’Appello.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Italia, prosegue la nota, ha inoltre scritto al Ministero della Giustizia britannico, come previsto dall’articolo 32, sempre della Convenzione dell’Aja del 1996.

Sappiamo che Indi è una combattente: lei vuole vivere, e non merita di morire

ha ribadito papà Dean Gregory.