Un giocatore universale. Difensore centrale, terzino, mediano, centrocampista aggiunto e all’occorrenza anche attaccante. E bene si, Raimondo Marino è stato capace di trasformarsi anche in centravanti, nei minuti finali in era necessario dare tutto. Nato a Messina, ha lasciato presto la sua terra per trasferirsi a Napoli. Con i partenopei ha fatto la trafila nelle giovanili ed è arrivato fino all’esordio in Serie A nel 1979, grazie alla fiducia di Luis Vinicio. 1982-83 è la stagione della consacrazione, Marino colleziona 27 presenze e segna 2 reti. È considerato una delle giovani promesse italiane e a suon di buone prestazioni conquista la convocazione con l’Under 21. Per commentare Napoli-Union Berlino e l’ennesima delusione di Garcia, Marino è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Napoli-Union Berlino, Marino a Tag24
L’ennesima delusione della stagione. Ieri allo stadio Maradona, contro l’Union Berlino, i tifosi del Napoli si aspettavano una prestazione completamente diversa. Alla fine la formazione di Garcia esce dal campo con un 1 a 1 che non compromette la classifica in Champions League, ma che accende l’ennesimo campanello d’allarme in città e in società. Il francese non convince, la sua squadra gioca male e l’entusiasmo della scorsa stagione è un lontano ricordo. I punti fatti in campionato, nell’ultimo periodo, erano serviti a tamponare e avevano smorzato le chiacchiere riguardo a un possibile esonero del mister. Ma il Napoli continua ad essere troppo altalenante e anche il presidente De Laurentiis adesso chiede qualcosa in più. Per commentare Napoli-Union Berlino e le scelte di Garcia, Marino, che in azzurro ha vissuto 6 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Ieri sera contro l’Union Berlino ti aspettavi qualcosa di più?
“Direi proprio di sì, non solo per quello che i tedeschi avevano fatto vedere fino a questo momento, ma anche perché si giocava al Maradona. Quello è uno stadio che ti porta a vincere sempre, a dare il meglio di te. I tifosi napoletani sono straordinari e incoraggiano la squadra da primo minuto fino al novantesimo”.
Però la scintilla con Garcia continua a non scoccare…
“Penso sia normale. I metodi del nuovo allenatore non sono gli stessi che utilizzava Spalletti, soprattutto con alcuni giocatori. Qui basta una virgola sbagliata e gli si rivoltano contro. È stato sempre così e lo è ancora di più in questo caso. Deve essere bravo il presidente, De Laurentiis, a gestire queste situazioni perché altrimenti si rischia di gettare via questa stagione. Si è già visto in questi mesi ad esempio con Osimhen, che alla prima occasione ha mandato a quel paese il tecnico. Già da lì si doveva capire che lo spogliatoio non è stretto attorno al mister e la situazione rischia di sfuggirgli di mano. Si può tamponare, ma il momento resta delicato. Devono andare tutti nella stessa direzione, altrimenti è difficile”.
Nonostante questo il passaggio del turno non è compromesso, ma serva una svolta in questa stagione. De Laurentiis cosa può fare?
“Deve intervenire immediatamente per capire se c’è qualche giocatore scontento di come gestisce alcune situazioni l’allenatore. Il Napoli in campo è diverso dallo scorso anno. Non è aggressivo come lo era con Spalletti e questo è il primo problema di questa squadra. Un anno fa il mister aveva creato un gruppo felice e dava gioia ai giocatori, mentre il francese sembra molto più severo e meno apprezzato. Non si può emulare quello che è stato fatto con Luciano, d’altronde ha vinto lo scudetto”.
Ma questo Napoli può tornare in corsa per lo scudetto?
“Dipende solo dai calciatori e dall’allenatore. Devono trovare il giusto feeling altrimenti diventa complicato. Ho sentito parlare di possibile esonero, ma questo possono saperlo solo loro che sono all’interno della società”.
È una squadra completamente diversa, eppure sul mercato ha perso solo Kim. Quanto sposta l’assenza del coreano?
“Tantissimo perché era un grandissimo giocatore. Qualunque palla arrivava in difesa lui era in grado di intercettarla e aveva anche tanta personalità. Non è semplice giocare al Maradona, non è da tutti. Da lì sono passati i giocatori più forti del mondo e serve carattere per imporsi in una città come Napoli. L’importante per un difensore è saper riparare anche agli errori fatti e mantenere sempre la calma. Kim ci riusciva, i titolari attuali no”.
Ora il Napoli dovrebbe recuperare Osimhen, può rappresentare la svolta?
“Penso proprio di sì perché lui è un leader”.