Jens Stoltenberg invita i partner della Nato a non demordere nell’invio di armi all’Ucraina. Il Segretario generale dell’Alleanza atlantica lo ha ribadito a Berlino, prima di un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Dobbiamo continuare a dare agli ucraini le armi di cui hanno bisogno per rimanere forti sul campo di battaglia, in modo che possano essere forti al tavolo dei negoziati domani.

Dalla capitale tedesca, Stoltenberg ha ravvisato il contributo della Germania, che secondo i dati è la seconda sostenitrice di Kiev dopo gli Stati Uniti in termini di aiuti militari.

Invio armi all’Ucraina, Stoltenberg: “Contributi della Germania mantengono l’Europa sicura”

Sotto la lente d’ingrandimento la recente consegna di veicoli da combattimento, carri armati e sistemi di difesa aerea.

Questi contributi aiutano l’Ucraina a difendere la propria libertà e contribuiscono a mantenere l’Europa sicura.

Al contrario, i comportamenti della Russia, giudicati “sconsiderati” dall’alto ufficiale diplomatico, non fanno altro che “rendere il mondo più pericoloso“.

Nel frattempo, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov fa spallucce sul possibile ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Secondo il diplomatico russo, la possibile adesione all’Ue di Kiev è come una carota appesa davanti ad un carro, paragone che fa riferimento ad un asino o un cavallo da tiro.

Molto probabilmente stiamo parlando di una carota legata, per così dire, davanti al carro: difficilmente si tratta di promesse reali.

Di tutt’altro avviso la vicepremier ucraina Olga Stefanishyna, secondo la quale il Paese dovrebbe riuscire a completare del tutto il processo di adesione in due anni, mantenendo il ritmo attuale delle riforme e dei negoziati.

A che punto è l’adesione dell’Ucraina

La domanda di adesione dell’Ucraina all’unione politica ed economica sovranazionale risale alla fine di febbraio 2022. Allora era appena scoppiata l’invasione su larga scala da parte della Russia.

Ieri Kiev ha ricevuto buone notizie dalla Commissione Europea in vista dei colloqui di adesione. Per avviare ufficialmente i lavori bisognerà attendere un voto finale tra gli Stati membri. In tal senso ci sono da segnalare le resistenze dell’Ungheria, che ha frenato all’ipotesi facendo leva sul rischio di portare la guerra in Europa.