Sui tagli delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2024 si profila la scelta da parte del governo di una delle due opzioni – ovvero di riduzione o di rinvio della decurtazione – per evitare la perdite dell’assegno. Ciò che prevede la bozza della legge di Bilancio 2024 in merito alla riduzione delle pensioni per la parte retributiva di medici, infermieri, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari, sta mettendo in allarme la maggioranza di governo.

Soprattutto per quanto riguarda il comparto della sanità per il quale le sigle sindacali hanno già proclamato lo sciopero del 5 dicembre, mentre un’altra giornata di agitazioni sindacali è prevista per il 17 novembre prossimo. Per quanto si tratti di singole giornate, appare quanto mai necessario non perdere nemmeno quelle per arrivare agli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa. 

Da questo punto di vista, il governo verrebbe messo alle strette più di quanto possano fare le altre categorie di lavoratori statali interessati al taglio delle pensioni. Ma, a fronte di una norma di Bilancio sulla quale pende già l’ipotesi di incostituzionalità, un differente trattamento tra categorie lavorative non farebbe altro che aumentare questo rischio. E, pertanto, appaiono due le opzioni che il governo potrebbe mettere in campo per evitare scioperi e contestazioni. Quella più accreditata è che per tutti i lavoratori statali la percentuale di taglio possa essere più “soft”, senza creare distinzioni. L’altra ipotesi considera la possibilità di rimandare il tutto a tempi migliori. 

Tagli pensioni 2024: due opzioni per evitare la riduzione dell’assegno, interessati per medici, infermieri, maestri e dipendenti statali

Non si ferma la stretta del governo sulle pensioni e, in particolare, sui futuri a assegni dei dipendenti statali impiegati nella sanità (medici e infamerei su tutti), nonché i maestri, gli ufficiali giudiziali e gli impiegati degli enti locali. Per tutti, in base a quanto si legge nella bozza della legge di Bilancio 2024, arriverà il taglio di pensione consistente nella riduzione della parte retributiva mediante la diminuzione dell’aliquota di rendimento. 

Tagli pensioni 2024, chi potrebbe prendere meno di pensione e perché

I primi a insorgere per questa norma sono i medici e gli infermieri, i cui sindacati di categoria hanno proclamato una giornata di sciopero per il 5 dicembre prossimo. Le sigle chiedono non solo il dietrofront del governo su questa norma ma anche dei segnali positivi su stipendi e buste paga. 

L’agitazione arriva in un momento in cui il governo non può permettersi passi falsi in vista dell’obiettivo di ridurre le liste d’attesa. Proprio su medici e infermieri arriva, dal 2024, l’aumento della paga oraria per lo straordinario, con tariffe riviste al nettamente al rialzo per ogni extraorario. Il muro contro muro potrebbe, dunque, indurre il governo a puntare su una percentuale più bassa di riduzione delle pensioni o a rimandare l’entrata in vigore della norma stessa a periodi più appropriati.

Anche perché la riduzione della spesa previdenziale del primo anno con i tagli delle pensioni arriverebbe a 11,5 milioni di euro nel 2024, per salire negli anni successivi. Nel 2030 si prevede un taglio di spesa di 463 milioni di euro, nel 2034 si arriverebbe a 1,1 miliardi di euro per raddoppiare, poi, nel 2042. 

Riduzione della pensione, rimando o misura più ‘soft’

Il salvataggio pieno dei medici, tuttavia, dovrebbe allargarsi anche agli altri lavoratori statali interessati dalla norma taglia-pensioni. È probabile, allora, che il governo possa agire sula percentuale di taglio, ovvero aumentando ma di poco l’aliquota di rendimento sui contributi versati nel sistema retributivo da parte degli interessati (essenzialmente nel periodo dal 1981 al 1995).

Qualunque misura verrà adottata, anche il possibile slittamento della norma, si presume verrà presa per tutti i lavoratori statali per non incorrere in rischi di incostituzionalità della relativa norma.