Sembrerebbe essere vicino ad una svolta il caso dell’omicidio di Willy Branchi, il 18enne trovato morto in circostanze misteriose a Goro, in provincia di Ferrara, nel lontano 1988. A 35 anni dai fatti la Procura e l’Arma dei carabinieri che indagano sul delitto da quando le indagini sono state riaperte, nel 2014, hanno lanciato un appello al mittente di una lettera anonima indirizzata al fratello della vittima.
La speranza è che possa farsi avanti, rispondendo ad alcuni degli interrogativi rimasti aperti sulla vicenda. Poi il cerchio potrà finalmente considerarsi chiuso. Ci spera la famiglia, che non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità. Ne abbiamo parlato con il loro legale, l’avvocato Simone Bianchi.
Omicidio di Willy Branchi a Goro, l’intervista all’avvocato Simone Bianchi
La lettera anonima che potrebbe risolvere il caso
Avvocato, di recente si è tornati a parlare di una lettera anonima finita agli atti delle indagini nel 2015. Una lettera che conterrebbe informazioni importanti sull’omicidio. La Procura, insieme all’Arma, ha lanciato un appello al mittente per chiedergli di farsi avanti. Perché proprio adesso?
“Sicuramente l’iniziativa presa dall’Arma dei carabinieri su indicazione della Procura è molto significativa, in pochissimi casi ho visto lanciare appelli di questo tipo. Il motivo per cui questa lettera ritorna fuori adesso è perché le indagini sono ormai a una fase conclusiva.
Dopo tanti anni di faticosa attività la Procura è riuscita evidentemente a ricostruire tutta una serie di elementi di estrema importanza, tenendo conto anche del lungo lasso di tempo trascorso da quando si sono verificati i fatti ad oggi e di tutte le difficoltà incontrate.
Quella lettera era finita nel 2015 all’interno del fascicolo d’indagine, era stata spedita direttamente al mio assistito (il fratello di Willy, Luca, ndr). Ci si è lavorato molto intorno, sia con indagini difensive che non, ma tanti erano i tasselli da mettere a posto e tante sono state le piste seguite per non lasciare nulla di intentato.
Ora che tutta la vicenda è stata ricostruita da un punto di vista storico e fattuale questa lettera ha per loro un significato decisivo e quindi hanno lanciato questo appello, nel quale si chiede all’autore di farsi avanti, ma solo per spiegare meglio alcune parti che sono contenute all’interno di questo scritto anonimo e che sono state riscontrate effettivamente”.
Le indagini e i sospettatti dell’omicidio di Willy Branchi
Anche se l’autore della lettera non dovesse farsi avanti si arriverebbe a una conclusione, quindi…
“Direi di sì, il comunicato ha questo significato: l’attività di indagine è stata fatta, è tanta, è corposa e ha permesso alla Procura di arrivare a trarre determinate conclusioni. Mancherebbe quest’ultimo tassello per poter meglio illuminare quella maledetta notte”.
Lei che idea si è fatto, avendo seguito da vicino il caso? Willy potrebbe essere finito, come si è più volte ipotizzato, in una rete di abusi sessuali, venendo ucciso?
“L’omicidio si è consumato in una situazione di forte degrado. La lettera ripercorre, seppur marginalmente, questa situazione: quindi sì, la pista che Lei indicava a mio avviso è quella corretta, quella che ci porta a dare una spiegazione all’accaduto, a come si è verificato il fatto. Io credo, sulla base delle indagini che ho fatto, che l’omicidio si sia consumato in quell’ambiente”.
Ci sono dei sospettati?
“La Procura ha comunicato di aver iscritto tre persone, in questi anni, nel registro degli indagati. Quindi sì, attualmente ci sono”.
La reazione della famiglia
Qual è lo stato d’animo della famiglia, alla luce degli ultimi sviluppi?
“Purtroppo questa vicenda sta giungendo a una conclusione a distanza di poco tempo dalla morte della mamma di Willy. Il papà era già morto all’epoca, dopo poco tempo dai fatti, e la mamma ha portato avanti questa battaglia con grande tenacia. Purtroppo se ne è andata poco tempo fa.
È rimasto il fratello, Luca, che chiaramente è molto emozionato per gli ultimi sviluppi, perché sente che possiamo arrivare in fondo a questa vicenda. Sono orgoglioso di rappresentare una famiglia che per oltre trent’anni non ha mai mollato un attimo, ha sempre cercato giustizia e ancora oggi è qui che la chiede. Un pensiero va alla mamma e al papà di Willy che non ci sono più”.
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