Antonio Tajani apre agli aiuti umanitari nei confronti di Gaza, e in particolare dei minori palestinesi. Il ministro degli Esteri di Roma è a Parigi, sede di una conferenza umanitaria internazionale incentrata sulla popolazione mediorientale.

Obiettivo del vertice coordinare il sostegno della Comunità Internazionale ai civili nella Striscia. Tra i presenti anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.

Tajani sugli aiuti umanitari a Gaza: “Italia pronta a fare la sua parte”

Intervenendo alla conferenza umanitaria il vicepremier ha sottolineato uno degli intenti difesi da Roma, quello di “avere due popoli con due Stati“, allo scopo di “garantire la libertà e la sicurezza di Israele” e allo stesso tempo “uno Stato libero e democratico ai palestinesi”.

L’Italia ha condannato con la massima fermezza la violenza terroristica perpetrata da Hamas contro i civili israeliani. Dobbiamo ora pensare a fare il massimo per evitare una crisi umanitaria a Gaza e l’Italia è pronta a fare la sua parte.

Il primo passo è coinciso con l’invio di due voli umanitari, “destinati a fornire un aiuto immediato ai civili nella Striscia”. Tra i provvedimenti, anche l’invio di una nave-ospedale italiana per i feriti, annunciato ieri dal ministro della Difesa Guido Crosetto.

Vorrei ribadire la disponibilità dell’Italia, in collaborazione con i nostri amici degli Emirati Arabi, ad accogliere un gruppo di minori palestinesi che hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. E lo si può fare in Italia.

“Lavorare a pause umanitarie. La responsabilità di quanto sta accadendo è di Hamas”

Tajani ha concluso il suo intervento spiegando di considerare “un bisogno assoluto” l’ipotesi di “garantire l’accesso sicuro agli aiuti umanitari“.

Bisogna lavorare per pause umanitarie per permettere l’accesso sicuro, completo e rapido degli aiuti. La responsabilità di quello che sta accadendo è di Hamas, un’organizzazione terroristica. Non bisogna dire che Hamas rappresenta i palestinesi.

I Paesi occidentali sono ora chiamati ad “agire per proteggere il diritto di Israele a difendersi“, ma “bisogna anche proteggere i civili che vivono nella Striscia”.