Cosa sono i cibi ultra processati? Si tratta di tutti quegli alimenti che contengono numerosi ingredienti aggiunti, come ad esempio sale, zucchero, coloranti o additivi.
Questi cibi inoltre, sono spesso prodotti dall’elaborazione di sostanze estratte da altri alimenti più semplici.
Secondo gli esperti della Harvard Medical School, il cibo considerato non processato o poco processato è quello che si presenta integro o solo pochi cambiamenti rispetto al suo stato originario. È il caso delle carote, delle mele, del pollo crudo o molto altro.
Da tenere in considerazione che un determinato grado di lavorazione degli alimenti è comunque comune e consiste, per esempio, nella cottura e nell’aggiunta di sale o olio.
Quando questa aggiunta avviene a livello industriale come per esempio è il caso dei legumi in scatola, questi vengono semplicemente chiamati cibi processati.
Cosa sono i cibi ultra processati: come riconoscerli
Fanno parte della categoria dei cibi ultra processati molti piatti confezionati e surgelati, le bevande zuccherate, i cibi presenti nei “fast-food” e altri snack sia dolci che salati.
In alcuni casi anche altri cibi, che di solito consideriamo salutari, in realtà sono ultra processati. È il caso dei cereali per la colazione, di yogurt dolci alla frutta o di cracker.
Gli stessi ricercatori inglesi hanno infatti dichiarato che questi alimenti sono solitamente ricchi di zuccheri aggiunti, grassi e amido raffinato in grado di contribuire all’aumento di peso e favorire l’obesità.
Riconoscere che si tratta di questo particolare tipo di alimento non è sempre facile.
Un modo per esserne più sicuri è quello di leggere attentamente l’etichetta riportata sulla confezione del prodotto che si vuole acquistare. Infatti, se un cibo non è stato processato, l’unico ingrediente presente al suo interno sarà l’alimento stesso.
Nel caso in cui la lista degli ingredienti dovesse essere più lunga aumenterà anche la probabilità che tale alimento sia stato lavorato una o più volte.
All’interno dell’etichetta dei cibi ultra processati, molto spesso si trovano: caseine, lattosio, e glutine.
Oppure derivati da sostanze ulteriormente modificate, come i grassi idrogenati, le proteine idrolizzate o lo sciroppo di fruttosio.
In linea generale, la maggior parte di questi alimenti sono ricchi di sapore e di zuccheri. Praticamente impossibili da replicare a casa a livello domestico, ma veloci e pratici da consumare e per questo largamente diffusi.
Come evitarli
Il consumo di questa particolare tipologia di cibi andrebbe contenuto, se non addirittura tolto dalla propria dieta.
Essi, infatti, grazie al loro alto livello di zucchero contribuiscono all’aumento di peso e in casi gravi possono portare persino all’obesità. Importante fattore di rischio legato all’insorgenza di patologie tumorali correlate.
Da una recente ricerca inoltre, si è scoperto come il consumo di cibi ultra processati può anche, in breve tempo, provocare danni al cervello manifestando episodi di perdita della memoria.
Sarebbe, per questo importante prediligere alimenti di origine vegetale proveniente da agricoltura biologica e utilizzare sempre meno tutti quei prodotti lavorati. Scegliendo invece ingredienti naturali e che hanno subito il minimo processo di trasformazione.
I rischi per la salute
Di fatto, per essere in salute e prendersi cura del proprio corpo i cibi ultra processati andrebbero del tutto eliminati da una dieta sana ed equilibrata perché sbilanciati a livello nutrizionale.
Tutti questi alimenti confezionati e prodotti dalle industrie non fanno altro che aumentare in noi il desiderio di acquistarne sempre di più a discapito della nostra salute.
Infatti, da un lato questi prodotti ci aiutano a risparmiare tempo e fatica poiché già pronti. Dall’altro però sono spesso la causa di problemi cardiovascolari, di tumori e del colesterolo alto.
Particolare attenzione anche alle altre sostanze spesso utilizzate in questi alimenti come i nitrati e nitriti che aggiungono colore e sapore ai prodotti lavorati. L’assunzione per molto tempo, di grandi quantità di nitriti, è associata a un aumento del rischio di sviluppo del cancro allo stomaco e del cancro all’esofago.