Il settore del crowdfunding europeo si prepara a una svolta normativa di rilievo. Un nuovo regolamento dell’Unione Europea definirà il campo d’azione delle piattaforme di finanziamento collettivo, dettando regole precise per la loro operatività nel mercato italiano. Solo le piattaforme che rispettano i criteri stabiliti dalla normativa avranno la possibilità di continuare a fornire servizi di finanziamento per le attività imprenditoriali all’interno del territorio nazionale.

Nuovo regolamento UE sul crowdfunding: scadenza imminente per la conformità

Le imminenti disposizioni europee stabiliscono una scadenza categorica: il 10 novembre segna il termine ultimo per l’adeguamento. Le piattaforme devono, entro questa data, allinearsi ai requisiti richiesti per ottenere l’essenziale licenza operativa. Il conto alla rovescia è avviato e la corsa verso la regolamentazione è iniziata.

Cosa dice il nuovo Regolamento UE sul crowdfunding

Il Regolamento europeo 2020/1503, che entrerà in vigore l’11 novembre 2023, segna un punto di svolta. Il documento, adottato dalla CONSOB il 1° giugno 2023, stabilisce che solo le piattaforme di crowdfunding con una nuova licenza potranno operare legalmente in Italia. CONSOB e Banca d’Italia fungono da autorità nazionali di riferimento per l’applicazione e il rispetto del regolamento, con precise responsabilità nel garantire la trasparenza e la correttezza delle operazioni.

Il regolamento impone agli operatori del crowdfunding una serie di obbligazioni stringenti, volte a garantire la solidità e l’affidabilità del sistema finanziario. Queste includono la dimostrazione di una robusta struttura patrimoniale, la gestione prudente dei rischi, e un’organizzazione aziendale e contabile impeccabile.

La violazione di queste disposizioni può comportare penalità amministrative di rilievo, che oscillano tra 500 e 500mila euro, con un’ulteriore escalation percentuale legata al fatturato aziendale per i soggetti economici più grandi.

Nuovi standard operativi per le piattaforme di crowdfunding

L’implementazione del regolamento introduce criteri operativi stringenti che richiedono alle piattaforme di crowdfunding di rivedere profondamente i propri processi interni. Un sistema di controlli e di gestione del rischio, a prova di ogni eventualità, diventa imprescindibile, così come la presenza di un revisore legale dei conti. Tali requisiti si applicano a tutti gli aspetti dell’attività, inclusa la selezione e la verifica dei progetti finanziabili, e si estendono a requisiti prudenziali per garantire la sostenibilità finanziaria della piattaforma stessa.

Attenzione particolare ai business plan

Le autorità di vigilanza pongono un’enfasi particolare sull’analisi dei business plan delle piattaforme. È necessario che questi documenti siano predisposti con grande cura, non tanto per attrarre nuovi investitori, quanto per superare il severo scrutinio della Banca d’Italia, confermando la solidità e la lungimiranza del modello operativo proposto.

Piattaforme ibride: cosa dice il nuovo Regolamento UE sul crowdfunding

Con il nuovo regolamento, si apre anche la possibilità per le piattaforme di diventare “ibride“, offrendo sia servizi di equity che di lending crowdfunding. Ancora non è chiaro quanti operatori sceglieranno questa strada, ma le disposizioni normative attuali non solo lo consentono ma sembrano preludere a un futuro in cui tali entità saranno una presenza consolidata nel panorama del crowdfunding italiano.

Una delle principali questioni aperte è la qualificazione dei fornitori di servizi di lending crowdfunding. La recente normativa suggerisce una potenziale inclusione di questi servizi sotto la licenza europea esistente, cosa che comporterebbe un significativo cambiamento nel panorama attuale, dove si richiede una specifica designazione.

Non meno importante è il tema dell’adeguamento della normativa fiscale italiana, la quale necessita di un’urgente revisione per garantire una congruenza con le direttive europee. Una riformulazione è essenziale per offrire certezza operativa e efficienza tanto alle piattaforme quanto agli investitori.

Il punto sul mercato italiano del crowdfunding

Con solo tre piattaforme finora autorizzate, l’Italia sembra indietreggiare rispetto ad altri paesi europei. L’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano ha evidenziato una leggera flessione del mercato ma anche un persistente interesse verso la nuova regolamentazione. Una quarantina di piattaforme ha chiesto comunque l’autorizzazione a operare nel nostro Paese in base ai dettami del nuovo Regolamento UE.

Infatti, mentre alcune piattaforme potrebbero dover cessare l’attività per non aver ottenuto la nuova licenza, molte altre stanno intraprendendo i passi necessari per diventare operative sotto il nuovo regime, segnale di un settore in fervente attività e ricco di potenzialità.