Perché Ferdinando Carretta uccise la sua famiglia? Dove sono stati ritrovati i corpi delle tre vittime? Che fine ha fatto la loro casa? Sono solo alcuni degli interrogativi che ruotano attorno al caso di triplice omicidio. Un caso che per anni ha riempito le pagine di cronaca dei quotidiani nazionali, suscitando interesse e sconcerto nell’opinione pubblica del Paese. Per rispondere dobbiamo tornare per un attimo al 1989.
Perché Ferdinando Carretta uccise la sua famiglia?
Tutto inizia la mattina del 4 agosto di quell’anno, quando Ferdinando Carretta, di 27, spara ai genitori Giuseppe e Marta e al fratello Nicola, uccidendoli e nascondendone i corpi nel bagno dell’abitazione di famiglia, al civico 8 di via Rimini, a Parma.
Poi pulisce tutto: elimina ogni traccia che possa far pensare a un delitto. Quando finisce carica i corpi delle tre vittime su un’auto e, indisturbato, li porta fino alla discarica di Viarolo, un comune limitrofo, nascondendoli tra l’immondizia. Qualche giorno più tardi va in banca e riscuote due assegni, per un valore complessivo di sei milioni di lire.
Prende il camper di famiglia e lo parcheggia a Milano. Poi parte per il Regno Unito, dove si registra con il nome di Antonio Ferdinando Carretta. Vuol far credere a tutti che la famiglia, dopo aver preso possesso di tutti i suoi averi, si sia allontanata volontariamente, forse alla ricerca di una nuova vita. In effetti ci riesce. Per anni si pensa che i Carretta abbiano lasciato tutto e siano partiti, per raggiungere i Caraibi, dove qualcuno sostiene di averli avvistati.
In Italia tutti parlano di loro e della loro scelta, in molti li ammirano per aver trovato il coraggio di provare a ricominciare. Nessuno immagina che tre dei quattro membri della famiglia siano morti. Lo si scoprirà solo nove anni dopo, nel 1998, con il riconoscimento, da parte della polizia, dell’unico superstite, nel corso di un controllo a Londra.
Il movente della strage, invece, non si scoprirà mai: qualcuno parlerà della volontà di Carretta di ottenere l’eredità di famiglia, altri incolperanno per il suo gesto i suoi problemi di salute mentale, il fatto che si sentisse messo da parte dai genitori, più concentrati sul fratello tossicodipendente. Dopo aver confessato in diretta tv a “Chi l’ha visto?”, lui avrebbe sempre sostenuto di non avere nessun motivo per uccidere, di essere stato colto da un raptus, un momento di “follia”, di “follia completa”.
Dove sono stati ritrovati i corpi delle vittime? Che fine ha fatto la loro casa?
I corpi dei tre Carretta non sarebbero mai stati ritrovati. La casa in cui avevano vissuto sarebbe invece finita in vendita per mano dello stesso Ferdinando, che con i soldi ricavati avrebbe poi acquistato la casa in cui lo scorso giugno è stato trovato morto a 61 anni, a Forlì.
Per il delitto, infatti, a causa dei suoi disturbi (era affetto, secondo gli esperti, da una grave schizofrenia paranoide), non sarebbe mai stato condannato: finito in manette, fu assolto perché giudicato totalmente incapace di intendere e di volere. Finì prima in un ex manicomio del Mantovano, poi in una comunità, dove fu impiegato nel sociale. Nel 2015 tornò libero perché i giudici ritennero che non era più “socialmente pericoloso”. Provò a ricostruirsi una nuova vita, dicendosi pentito di ciò che aveva fatto.
La sua storia e la storia della sua famiglia è rimasta impressa nell’immaginario collettivo tanto da ispirare, nel tempo, podcast e documentari di ogni tipo. Ancora oggi, a 34 anni dai fatti, c’è chi ricorda la misteriosa vicenda dei Carretta: quelli del camper, creduti felici e spensierati in qualche isola dispersa delle Americhe quando invece erano finiti in una triste discarica.
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