Tornano le vacanze di Natale? Torna il caro biglietti. Arrivati al 2023, siamo davanti a un film già visto svariate volte, un sequel che si ripete anno dopo anno per milioni di italiani che vogliono tornare a casa per le feste e che spesso e volentieri non riescono a causa dei costi elevati. 

Natale 2023, biglietti aerei e treni troppo cari

Un problema che riguarda l’intero Paese e le isole, soprattutto i tanti meridionali trasferiti al Nord per lavoro o studio. Si tratta di un vero e proprio problema globale che riguarda tutto il Mezzogiorno, collegato al Nord Italia con prezzi proibitivi, accentuati soprattutto nel periodo dal 20 al 26 dicembre. Picchi di oltre 200 euro per fare Milano-Bari in aereo, addirittura dal capoluogo lombardo per Palermo si raggiungono quasi i 400 euro. Prezzi insostenibili per la maggior parte degli studenti fuori sede e dei lavoratori che abitano al Sud. 

Eppure il Governo ci aveva quantomeno provato a fissare un tetto massimo ai prezzi delle compagnie aeree gli scorsi mesi, per poi ritrattare dopo lo sgomento di alcune di esse, soprattutto Ryanair. Proprio la compagnia irlandese sarebbe stata la più danneggiata dalla mossa dell’esecutivo, poiché collega Sicilia e Sardegna con decine e decine di scali. Soltanto dopo lo scacco a Giorgia Meloni, togliendo quasi il 10% dei voli da e per la Sardegna, si è deciso di non procedere con il decreto, che comunque rimane in cantiere in attesa di essere modificato sotto la guida del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Caro voli, Sardegna e Sicilia: due casi particolari e diversi

Il discorso per la Sardegna però è diverso. I sardi possono tornare per le feste spendendo massimo 80 euro grazie alle tariffe agevolate garantite dalla continuità territoriale dallo scalo di Roma Fiumicino e da quello di Milano Linate. Ovviamente gli aerei messi a disposizione dalla compagnia di bandiera, Ita Airways, sono limitati, quindi c’è il rischio di incappare in prezzi esosi se non si dovesse prenotare per tempo. Matteo, autore e copywriter cagliaritano che abita a Napoli, racconta la sua esperienza: “Uso Ryanair quando posso, anche perché nei mesi invernali è l’unica compagnia aerea che opera il collegamento Napoli-Cagliari. Per rientrare a Natale non ho speso tanto perché ho prenotato i voli a ottobre e li ho pagati oltre i 100 euro, però ci sono volte in cui per risparmiare ho dovuto prendere il treno, arrivare a Roma e usufruire della continuità territoriale che per Cagliari è in gestione a Ita Airways”.

I siciliani, che non godono dei benefici della continuità territoriale, sono in balia delle compagnie aeree, come dimostrato da Francesco Fucarino, infermiere siciliano residente a Torino e consigliere comunale di Trabia (Pa): “Faccio la tratta Torino-Palermo almeno due volte al mese in aereo. A ridosso delle feste i prezzi dei biglietti schizzano, soprattutto nel periodo natalizio. Per fare un biglietto ci vogliono minimo 250 euro a tratta, ma non è un problema che si presenta solo nelle vacanze di Natale – spiega Fucarino – ma anche nel periodo delle altre festività (Pasqua, 25 aprile, 1°maggio). Io questo Natale ho scelto di rinunciare a tornare in Sicilia per via del costo dei biglietti, non riesco a spendere quasi 400 euro per fare andata e ritorno e tornare solo qualche giorno”. La Regione Sicilia ha però deciso di intervenire contro i costi così alti dei biglietti, con sconti per i residenti fino al 50% a partire da dicembre.

Anche dal lato ferroviario però, i prezzi aumentano vertiginosamente. Da Milano a Napoli, o da Milano a Bari si tratta sempre di oltre 100 euro solo andata, facendo diminuire drasticamente le speranze degli emigrati di tornare a casa per festeggiare il Natale. Trenitalia e Italo però, al contrario delle compagnie aeree, garantiscono un numero limitato di codici sconto e questo non può che far piacere ai viaggiatori. 

L’Ue si mobilita, aperta un’indagine sui costi degli aerei nel 2023

All’insieme di questi aumenti di prezzo non è però rimasta indifferente la Commissione europea, che ha avviato un’indagine per questi elevati costi che devono sostenere i cittadini italiani ed europei. L’attuale verifica è delineata su quelle che sono le fasce di prezzo proposte dalle varie compagnie aeree alla vigilia delle feste di Natale. In Italia invece il Codacons si è sempre preoccupato di far luce su questo delicato ambito, denunciando diverse volte gli aumenti di prezzo all’Antitrust. Il Garante ha quindi avviato un’istruttoria sul settore aereo, arrivando però alla conclusione che servono misure congiunte a livello europeo. 

In aggiunta a questo quadro semi tragico per tanti italiani, si aggiunge una curiosa particolarità: dall’estero i voli per rientrare in Italia, specialmente nel Sud, costano in media quanto quelli da Milano o da Torino. Il prezzo medio del 22 dicembre per Milano-Palermo è di 300 euro. Stesso prezzo da Londra, città europea con più italiani all’estero. Da Parigi addirittura il prezzo scende a 161 euro

Un vero e proprio paradosso attraverso cui milioni di italiani devono sottostare inermi, in attesa di un cambiamento che tarda a garantire un corretto prezzo di mercato.