Semaforo verde da parte del Senato sull’istituzione della commissione d’inchiesta per far luce sul caso delle sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Il via libera definitivo è arrivato da Palazzo Madama attraverso un voto per alzata di mano. Espresso il verdetto, in aula è scattato quasi spontaneamente un lungo e caloroso applauso. La speranza, viva negli occhi dei familiari delle due ragazze, è che questa decisione possa rivelarsi utile ai fini della risoluzione di una vicenda che tiene tutti col fiato sospeso da quarant’anni, dal lontano 1983.
Presente in aula la famiglia Orlandi, a cominciare dal fratello Pietro, che da sempre si batte per la verità. Ai microfoni di Tag24, Orlandi ha commentato le parole dei senatori Pier Ferdinando Casini e Maurizio Gasparri.
Già da ieri, mercoledì 8 novembre, il primo aveva preannunciato il suo “no” e alla fine si è astenuto “per rispetto al dolore della famiglia”. Per quanto riguarda il vicepresidente del Senato, quest’ultimo ha sottolineato in aula che questo “non deve diventare un processo a Giovanni Paolo II“.
Pietro Orlandi sulla commissione d’inchiesta sul caso Orlandi-Gregori: “Necessaria per quello che è successo in questi 40 anni”
Le parole dei due senatori non sono andate giù a Pietro Orlandi, che ha spiegato di “non condividere assolutamente” la loro visione.
Già ieri Casini ha voluto anticipare il suo voto negativo alla commissione di oggi. Fortunatamente siamo in democrazia, ognuno è libero di pensarla come vuole, però io non condivido assolutamente. Il fatto di astenersi è da Ponzio Pilato. Bisogna avere il coraggio di sostenere le proprie posizioni.
Per Pietro oggi è una giornata importante: dopo tanti anni, un ulteriore passo verso la verità.
Secondo me una commissione parlamentare d’inchiesta è importantissima, perché ricordiamo che la commissione parlamentare è sostenuta da quaranta persone, venti senatori e venti deputati. Sappiamo benissimo che il Vaticano non gradisce affatto questa commissione. Questa commissione è necessaria perché si parla di un rapimento, ma soprattutto per quello che è successo in questi quarant’anni attorno a questa vicenda, tra depistaggi e comportamenti poco chiari da parte delle istituzioni ecclesiastiche. Sono contento che la commissione sia stata approvata, ho molta fiducia che potrà far fare dei passi avanti.
Orlandi a Radio Cusano Campus: “La commissione spaventa il Vaticano”
L’istituzione della commissione era passata in Senato dopo il benestare della Camera, pronunciatasi durante l’estate. Lo stesso Pietro, ai microfoni di Radio Cusano Campus, aveva auspicato una partenza tempestiva dei lavori dopo una serie di rinvii.
Il fratello di Emanuela aveva ipotizzato che i “tanti ostacoli” incontrati lungo il cammino non fossero casuali: il Vaticano non vorrebbe la commissione “perché non possono controllarla”.