Prenderà il via il prossimo 2 febbraio il processo davanti alla Corte d’Assise per Roberto e Mattia Toson, accusati dell’omicidio del 19enne Thomas Bricca, consumatosi ad Alatri, in provincia di Frosinone, la sera del 30 gennaio scorso. Il pm Rossella Ricca ha chiesto e ottenuto per i due, padre e figlio, di 48 e 22, il giudizio immediato.
Omicidio di Thomas Bricca ad Alatri, ok al giudizio immediato per Roberto e Mattia Toson
A differenza del rito abbreviato, che dà accesso a uno sconto di pena, il giudizio immediato viene chiesto per accelerare i tempi del dibattimento, saltando la fase dell’udienza preliminare, in presenza di un’evidente fondatezza dell’accusa. Significa che a carico delle persone imputate ci sono gravi indizi di colpevolezza.
Sembra essere il caso di Roberto e Mattia Toson, padre e figlio di 48 e 22 anni finiti in manette perché accusati dell’omicidio di Thomas Bricca ad Alatri. È successo il 30 gennaio scorso. Stando a quanto ricostruito dall’accusa attraverso l’analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza installate nei pressi del luogo dell’agguato, c’erano loro in sella allo scooter da cui sarebbero partiti i colpi risultati mortali per il 19enne.
Roberto era alla guida del mezzo; a sparare sarebbe stato il figlio Mattia: arrivato nei pressi del “Girone”, a pochi passi dalla piazza principale della cittadina ciociara, avrebbe estratto una pistola e fatto fuoco, mirando al giubbino bianco del giovane.
Pensava che si trattasse di un altro, Omar, il 20enne di origini marocchine con cui la sua famiglia aveva avuto degli screzi per motivi di spaccio nelle settimane precedenti. Screzi sfociati in diverse risse, che avevano portato il sindaco Maurizio Cianfrocca a chiedere ai carabinieri di intensificare i controlli sul territorio. Una precauzione evidentemente non bastata a sventare il peggio.
Gli indizi di colpevolezza a carico dei due imputati
L’arma del delitto – una Smith & Weston a tamburo o una P 38, secondo la Procura – non è ancora stata trovata, nonostante le serrate indagini. Gli inquirenti di recente erano tornati a cercarla nei pressi del lago di Canterno, dove si pensava che i due potessero averla gettata nei giorni immediatamente successivi all’omicidio.
Se nel corso delle ricerche abbiano riscontrato degli elementi utili non è chiaro. Di certo per le mani hanno qualcosa che incastra entrambi. Potrebbero esserci arrivati grazie alle dichiarazioni rese da diversi testimoni, tra i quali l’ex fidanzata di Mattia, Beatrice, che agli inquirenti, tra le tante cose, aveva raccontato di aver visto un casco bianco nel cofano della sua auto, la sera dell’omicidio.
Quel casco – che come la pistola non è mai stato trovato, insieme allo scooter – sarebbe quello indossato dal giovane al momento dell’agguato. L’ipotesi è che lo stesso lo abbia consegnato a qualcuno dei presenti alla festa alla quale, proprio il 30 gennaio, si era presentato insieme alla ragazza, arrivando in ritardo e visibilmente sotto shock.
I legali che difendono lui e il padre, gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, avevano dichiarato al Corriere della Sera che le sue parole sarebbero “inattendibili”, additandola come potenziale imputata per via del fatto che, nello stesso periodo, avrebbe tenuto in custodia i ricavi dello spaccio del compagno.
Di recente avevano chiesto che in attesa del processo i Toson fossero scarcerati. Il Tribunale del Riesame aveva rigettato la loro istanza. Loro hanno fatto ricorso in Cassazione. L’udienza è stata fissata per il 19 dicembre prossimo. Alla luce degli ultimi sviluppi è probabile che i giudici confermeranno la decisione già presa.
Gli ultimi sviluppi: Omicidio Bricca, Roberto e Mattia Toson chiedono il rito abbreviato. Il legale del padre di Thomas: “Per un delitto di questo tipo non sono ammessi sconti”