Come funziona e a cosa serve il chip nel cervello Neuralink? Nel corso degli anni, abbiamo avuto modo di conoscere Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, noto per aver costruito la sua fortuna attraverso l’azienda Tesla e le sue rivoluzionarie auto elettriche. Musk si è rivelato un visionario, un sognatore, una persona priva di limiti. Oltre a Tesla, nel corso degli anni, ha dato vita a diversi progetti ambiziosi, spaziando dalla conquista dello spazio con l’azienda SpaceX, alla ricerca scientifica con la fondazione di Neuralink Corp nel 2016, insieme a sette scienziati.
La Neuralink Corp di Elon Musk ha l’obiettivo di trasformare il mondo migliorando la vita di milioni di persone affette da alcune patologie, attraverso la creazione di individui ibridi, dotati di un chip impiantato nel cervello che consente loro di stabilire una simbiosi con l’intelligenza artificiale, al fine di migliorare il loro stile di vita.
Le sperimentazioni sono state condotte su animali per diversi anni, suscitando numerose critiche da parte di gruppi animalisti che hanno accusato l’azienda di comportamenti crudeli verso scimmie, maiali e altri mammiferi utilizzati nei test. Si stima che almeno 1.500 animali siano stati sacrificati nel corso della ricerca. Tuttavia, il progetto sta per compiere un passo cruciale, con l’imminente impianto del chip nel cervello umano.
Neuralink chip nel cervello, come funziona?
Per la prossima fase della ricerca, la Neuralink di Elon Musk sta cercando volontari disposti a sottoporsi a un intervento chirurgico per l’impianto di un chip nel loro cervello. L’azienda è alla ricerca di individui di età inferiore ai 40 anni, preferibilmente affetti da paralisi agli arti. Queste persone dovrebbero essere disposte a subire un intervento chirurgico per consentire l’inserimento di una serie di elettrodi e fili, collegati a un microcomputer delle dimensioni di una moneta, all’interno del cervello, specificamente dall’area dietro l’orecchio. Questi dispositivi avrebbero il compito di registrare l’attività cerebrale e trasmetterla in modalità wireless a un dispositivo nelle vicinanze.
L’obiettivo di questa ricerca è dimostrare che il cervello può trasmettere informazioni, in particolare dalla corteccia premotoria che controlla braccia e mani. Queste informazioni potrebbero poi essere tradotte in comandi comprensibili da un computer.
Per quali malattie serve?
Se si accertasse che il sistema funziona, Neuralink potrebbe migliorare significativamente la vita di molte persone, che affrontano sfide legate a paralisi, ictus, morbo di Lou Gehrig, perdita dell’udito e della vista. Il chip infatti consentirebbe loro di recuperare la capacità di muovere gli arti o di ripristinare i sensi come la vista e l’udito, attraverso una simbiosi con l’intelligenza artificiale. Questi interventi potrebbero trasformare rapidamente un individuo in una sorta di cyborg in appena 15 minuti, creando una simbiosi tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale.
Sembra che siano giunte migliaia di candidature per il primo test, che ha avuto inizio lo scorso settembre. Entro il 2024, l’azienda mira a reclutare 11 persone per partecipare al progetto. Tuttavia, l’obiettivo a lungo termine è quello di implantare il chip in almeno 22.000 persone entro il 2030. Al momento, non ci sono ancora evidenze concrete di successo da parte della comunità scientifica.