La Banca Centrale Europea ha rilasciato quest’oggi il bollettino mensile riguardo lo stato dell’economia dell’area euro. Permane la situazione di incertezza per quanto riguarda l’intera zona: la produzione manifatturiera non accenna a crescere, la domanda estera non aumenta e di conseguenza la condizione economico-finanziaria dell’area provoca una diminuzione di investimenti e spesa di consumatori.
“Probabile che l’economia rimanga debole per la parte restante del 2023. Ma con l’ulteriore calo dell’inflazione, la ripresa dei redditi reali delle famiglie e la ripresa della domanda di esportazioni dell’area euro, l’economia dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni.”
BCE: “Sta svanendo lo slancio derivante dalla riapertura”
Il bollettino della BCE dichiara come resti debole anche la domanda estera ma anche la produzione manifatturiera non ha iniziato una ripresa, continuando il declino. Questo ha un riflesso anche sui consumatori e sulla loro capacità di spesa.
“L’economia dell’euro rimane debole. Informazioni recenti suggeriscono che la produzione manifatturiera ha continuato a diminuire. La domanda estera contenuta e le condizioni finanziarie più restrittive gravano sempre più sugli investimenti e sulla spesa dei consumatori. Anche il settore dei servizi si sta indebolendo ulteriormente. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l’attività industriale più debole si sta estendendo ad altri settori, lo slancio derivante dagli effetti della riapertura sta svanendo e l’impatto dei tassi di interesse più elevati si sta ampliando.
I rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso. L’espansione economica potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Sulla crescita peserebbe anche l’indebolimento dell’economia mondiale. La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto innescato dagli attacchi terroristici in Israele sono significative fonti di rischio geopolitico.
Ciò potrebbe indurre, in imprese e famiglie, una perdita di fiducia e una maggiore incertezza, indebolendo ulteriormente la crescita. per converso, l’espansione economica potrebbe rivelarsi superiore alle aspettative se, grazie alla perdurante tenuta del mercato del lavoro e all’incremento dei redditi reali, famiglie e imprese incrementassero i propri livelli di fiducia e aumentassero la spesa, oppure se l’economia mondiale crescesse più di quanto atteso.”
Inflazione però in netto calo: in Italia e nell’intera area Euro
Gli indicatori riguardo all’inflazione sembrano essere molto più positivi, ma la stessa BCE non si è sbilanciata dichiarandosi pronta a un intervento anche sotto questo tema.
“La BCE è pronta ad adeguare tutti gli strumenti di cui dispone nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni sul suo obiettivo di medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria.”
L’economia in Italia è tutt’altro che florida, con un PIL che si dimostra stazionario ma lontano da una salita. A questo si aggiunge la critica ricevuta da parte del Fondo Monetario Internazionale a proposito della Manovra 2024 del governo Meloni, dove risultano assenti ogni tracce di misure volte alla crescita.
C’è però un aspetto positivo che accomuna tutta l’area Euro ed è quello di un deciso calo dell’inflazione, il primo così marcato dal lontano 2021. Pesa la diminuzione dei prezzi dei beni energetici, ma anche un calo generalizzato a proposito di servizi relativi ai trasporti, culturali e ricreativi. In calo anche il costo dei generi alimentari e dei beni considerati ad alta frequenza, dall’8,1% si è scesi ad un 6,3%, anche se il carrello della spesa continua a rappresentare la prima voce nell’elenco uscite degli italiani.