Salvatore Cavallaro, pugile italiano delle Fiamme Oro, ha rilasciato un’intervista esclusiva a TAG24.it dopo aver centrato la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Pugilato, Cavallaro: “Dedico la qualificazione alla mia famiglia”

Salvatore Cavallaro, pugile italiano delle Fiamme Oro, ha rilasciato un’intervista esclusiva a TAG24.it dopo aver centrato la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un traguardo straordinario per il siciliano, che parteciperà per la prima volta ai Giochi Olimpici: “Era la terza volta che provavo a centrare la qualificazione alle Olimpiadi. Le prime due volte mi è sfuggita ma finalmente ho raggiunto l’obiettivo di una vita. Ai Giochi darò tutto e vorrei arrivarci nella miglior condizione fisica possibile. Voglio dedicare questa qualificazione alle mie figlie, a mia moglie così come a mio padre e mia madre”.

Cavallaro successivamente ha spiegato il suo avvicinamento al mondo della boxe. Un approccio in cui è risultato decisivo suo padre Giovanni, senza dubbio il primo a credere nelle sue potenzialità: “Mi sono avvicinato alla boxe all’età di cinque anni. Poi, come la maggior parte dei ragazzi italiani, ho giocato a calcio. All’età di undici anni ho ripreso la boxe grazie a mio padre. Da piccolo mi diceva sempre di provare questo sport. Inizialmente dicevo no ma poi mi sono fatto convincere. Da quanto ho ricominciato non ho più mollato. La boxe è diventata una sorta di ossessione per me”

Cavallaro: “Ho praticato diversi sport ma la base è sempre stata la boxe”

Cavallaro successivamente ha continuato, spiegando come abbia praticato anche la lotta greco-romana oltre alla pesistica. Il suo cuore però alla fine ha scelto la boxe, uno sport dove ha ottenuto risultati davvero prestigiosi: “Durante l’adolescenza ho praticato anche la lotta greco-romana, di cui ho fatto parte anche della Nazionale disputando anche un Europeo. Nel frattempo ho praticato anche pesistica, partecipando al campionato italiano dove sono arrivato al secondo posto. Ho praticato diversi sport ma la base principale è sempre stata quella del pugilato”.

In seguito il pugile si è soffermato anche sulla propria categoria dei pesi medi, dove l’Italia non vince una medaglia olimpica dal lontano 1964. La nazionale azzurra vinse l’oro con Piero Toscani nell’edizione 1928 organizzata ad Amsterdam. Vent’anni dopo, Ivano Fontana si classificò terzo a Londra. Un risultato emulato da Franco Valle a Tokyo nel ’64: “Sicuramente nel 2024 faremo dei tornei di avvicinamento alle Olimpiadi di Parigi. Penso che la mia categoria di peso sia una delle più dure in assoluto. Il fatto che l’Italia non vinca da tanto tempo una medaglia nella mia categoria non può che essere uno stimolo ulteriore per me”.

Cavallaro: “L’Italia è una squadra giovane e forte, possiamo arrivare sul podio delle Olimpiadi”

Successivamente Cavallaro si è espresso anche sulla recente esperienza al Mondiale di Tashkent, in Uzbekistan. Una manifestazione dove si è classificato al nono posto, dopo il bronzo raccolto a Belgrado due anni fa: “Cos’è successo all’ultimo Mondiale? Tutte le gare sono diverse l’una dall’altra. Questo sport non mi stupisce mai. Magari oggi riesci a dare il 110% ma domani una gara non va come deve andare per qualsiasi causa”.

Infine, il pugile in forza alle Fiamme Oro si è espresso sulle possibilità dell’Italia in vista delle Olimpiadi. Attualmente nel gruppo azzurro ci sono quattro atleti, un numero che secondo Cavallaro aumenterà dopo il Preolimpico previsto a marzo a Busto Arsizio: “I ragazzi sono molto carichi e si stanno preparando al meglio per raccogliere la medaglia olimpica. Questo discorso vale per tutto il Team Italia, una squadra giovane e forte. Non ci manca niente per arrivare sul podio olimpico. Nello sport però, così come nella vita, ci vuole anche un pizzico di fortuna. Sono sicuro che ce la faremo. A marzo poi penso che si potranno qualificare tanti altri ragazzi attraverso il Preolimpico di Busto Arsizio”.