Il settore della pesca e dell’acquacoltura italiano si avvale di una nuova iniziativa di supporto e finanziamento per il 2023. Con uno stanziamento di 2,9 milioni di euro, il governo italiano si impegna a supportare attivamente i consorzi e le aziende di acquacoltura nella loro lotta contro l’invasione del granchio blu, noto scientificamente come Callinectes sapidus. Questa specie invasiva, particolarmente concentrata nelle aree costiere dell’alto Adriatico, ha inferto colpi significativi all’economia ittica, minando la sostenibilità delle attività locali di pesca.
Granchio blu: stanziati contributi a fondo perduto per le aziende
Le aziende impegnate nel preservare l’equilibrio ecologico del mare potranno usufruire di una occasione significativa. Il finanziamento offerto si concretizza in contributi a fondo perduto per quegli enti che si adoperano nella cattura e smaltimento del granchio blu, preservando così le specie marine autoctone, in particolare i molluschi come cozze e vongole, e proteggendo l’ambiente acquatico dal rischio di un’ulteriore destabilizzazione ecologica.
Un’ulteriore riserva finanziaria di 500.000 euro è stata allocata per l’anno in corso per sostenere le imprese del settore con un parziale esonero, fino al 50%, dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
I dettagli operativi del Decreto Ministeriale
Il Decreto Ministeriale n. 587931 del 23 ottobre 2023, “Contrasto alla diffusione del granchio blu“, è stato iscritto presso l’Ufficio Centrale del Bilancio e la Corte dei Conti nelle date del 25 e 27 ottobre 2023, rispettivamente. Questo fornisce una base legale per la concessione del contributo e la procedura da seguire.
In questo documento si possono trovare i criteri di eleggibilità per i beneficiari, le aree geografiche interessate dall’intervento, le procedure di domanda e i costi ammissibili, assicurando trasparenza e equità nella distribuzione delle risorse.
Un segmento delle risorse finanziarie deriva da un fondo dedicato al sostegno del reddito per i lavoratori della pesca durante i periodi di sospensione dell’attività.
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Lotta al granchio blu: chi sono i beneficiari dei contributi a fondo perduto
I beneficiari di questi contributi sono i consorzi e le imprese di acquacoltura e pesca attivi nella rimozione del granchio blu.
Le aziende devono essere iscritte al Registro Imprese di Pesca (R.I.P.) per essere considerate ammissibili, garantendo che solo attori ufficialmente riconosciuti nel settore possano beneficiare dei fondi.
Esclusioni specifiche
Sono state stabilite alcune esclusioni per assicurare che i fondi siano assegnati in maniera etica e legale:
- Imprese in difficoltà economiche (a meno che le difficoltà non siano direttamente causate dall’invasione del granchio blu).
- Aziende con ordini di recupero pendenti per aiuti ritenuti illegali e incompatibili con il mercato interno.
Spese ammissibili e condizioni di accesso al contributo
I contributi coprono spese sostenute tra l’1 agosto e il 31 ottobre 2023 per:
- Acquisto di attrezzature specifiche per la cattura dei granchi, come nasse e gabbie, esclusi attrezzi da pesca trainati.
- Costi di smaltimento dei granchi presso impianti autorizzati, incluso il trasporto e l’affitto di attrezzature necessarie.
Il finanziamento copre l’80% delle spese ammissibili, con un limite massimo di contributo di 20.000 euro per azienda.
Contributi a fondo perduto per lotta al granchio blu: scadenze e procedura di domanda
La procedura di domanda è digitalizzata per facilitare l’accesso e ridurre l’onere burocratico, con una piattaforma dedicata per l’upload dei documenti e la gestione delle comunicazioni, la quale sarà attivata sul sito del Ministero dell’Agricoltura a partire dalle ore 10 del 16 novembre e fino alla mezzanotte del 24 novembre 2023.
Il processo telematico è strutturato per facilitare la presentazione delle domande, con un portale dedicato che guiderà i richiedenti attraverso ogni passaggio necessario. Si va dall’inserimento di un indirizzo email alla verifica anti-robot, fino al ricevimento di una password temporanea per operare sul sistema.
Dopo aver ricevuto la password via email, i richiedenti devono selezionare il tipo di domanda da inviare, che varia a seconda che la richiesta venga inoltrata da un’impresa individuale o da un consorzio per conto dei propri aderenti.
La Direzione Generale per la Pesca Marittima e Acquacoltura esaminerà le domande e determinerà l’importo del contributo assegnabile a ogni richiedente. Un elemento chiave da considerare è la priorità data ai consorzi, sia come beneficiari diretti sia come rappresentanti delle imprese associate.
Quali documenti servono
Il punto di partenza per la presentazione delle domande è quindi l’accesso alla piattaforma digitale predisposta dal Ministero dell’Agricoltura. Seguire con attenzione le istruzioni operative è fondamentale per compilare correttamente la domanda.
Per inoltrare una richiesta valida, occorre allegare:
- Un documento di identità valido del richiedente.
- Per le imprese singole o i consorzi, un modulo specifico, indicato come allegato 1 nel decreto.
- Per i consorziati, è richiesto di allegare i modelli allegati 2 e 3.
- Copia delle fatture e relative quietanze di pagamento, oltre a documentazione che comprovi il pagamento effettivo.