Si è svegliato con queste parole l’ateneo romano. Lo striscione con la scritta “Scipol occupata” campeggia sull’entrata della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza insieme ad alcune bandiere della Palestina. L’occupazione è mossa da studenti e studentesse che chiedono il ritiro della mozione pro Israele votata dal Senato accademico.

Roma, “Scipol occupata” e bandiere della Palestina

Il Senato accademico ha votato all’unanimità la mozione, ma gli studenti non ci stanno e ne chiedono la rimozione: “Vogliamo che la mozione votata all’unanimità dal Senato accademico sia revocata, che la Sapienza smetta di sostenere il regime di apartheid israeliano, che tronchi gli accordi con quel governo e con tutte le istituzioni che sorgono sui territori occupati“.

Gli studenti di “Cambiare Rotta” hanno occupato la sede della facoltà della Sapienza nel tardo pomeriggio di ieri, mentre all’interno si stavano tenendo lezioni e un convegno. Alcuni agenti della polizia in borghese si erano già posizionati davanti all’ingresso appena prima dell’inizio dell’incontro.

Foto ANSA/Angelo Carconi

L’occupazione è iniziata al grido di Free Palestine e Free Gaza, quando gli studenti hanno forzato il blocco degli agenti e irrompendo nell’edificio. La richiesta alla rettrice Antonella Polimeni è di ritirare la mozione pro Israele e di dire qualche parola sui bambini uccisi in Palestina.

Se siamo oggi in questo edificio è per dare voce alle 10 mila persone uccise a Gaza. I nostri spazi ce li riprendiamo. E quindi decidiamo noi le posizioni politiche. E oggi decidiamo che la Sapienza si schiera contro Israele e con il popolo palestinese”, hanno detto gli studenti dopo l’assemblea.
“Vogliamo dire alla rettrice che noi non ci arrendiamo. Noi da qui non ci muoviamo.

Gli studenti contro Israele: “Noi da qui non ci muoviamo”

Autoaffermazione e scegliere le proprie posizioni politiche, sono queste le volontà degli studenti e delle studentesse della Sapienza, che si sono riuniti in assemblea. Tanta rabbia e indignazione contro la Rettrice, accusata di nascondersi dietro la bandiera della Pace mentre si schiera al fianco di Israele e a mantenere accordi con l’industria militare.

Oggi, 9 novembre 2023, si terrà un’altra riunione del Senato accademico della Sapienza, da qui l’occupazione della facoltà. Nel comunicato degli studenti si legge: “Soldi all’istruzione e alla casa, non alla guerra! Vogliamo che la mozione votata all’unanimità dal Senato Accademico del 10 ottobre sia revocata. Vogliamo che la Sapienza smetta di sostenere il regime di Apartheid israeliano in Palestina, che tronchi immediatamente gli accordi con il criminale governo israeliano e con tutte le istituzioni che sorgono sui territori palestinesi occupati: la riunione di Senato Accademico prevista per domani 9 novembre deve prendere in carico le richieste degli studenti, rompendo finalmente questa atroce complicità“.

Sit-in, occupazioni e disordini in tutta Italia, gli studenti si ribellano

Il caso della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza non è isolato. Gli studenti e le studentesse di tutti gli atenei italiani si stanno ribellando agli accordi e al supporto che il Governo italiano sta dando a Israele. La Crui, la Conferenza dei rettori delle Università italiane, ha deciso di utilizzare la bandiera della Pace a lutto come simbolo nell’ultima assemblea. Infatti, il simbolo compare dallo scorso 27 ottobre in diversi siti on line e in alcuni edifici delle Università.

Foto ANSA/Stringer

Ma questo non è abbastanza. Anzi. A Milano gli studenti sono entrati nell’Aula Magna dell’Università Statale e hanno srotolato uno striscione. Nell’aula si stava svolgendo l’Annual Meeting della 4Eu+ European University Alliance quando gli studenti sono improvvisamente entrati con megafono e striscione.

A Venezia, il collettivo Liberi Pensieri Critici è tornato alla Ca’ Foscari dopo la scorsa occupazione. Le motivazioni: “Non possiamo accettare l’appoggio e il consenso istituzionale ai crimini di guerra e alle continue violazioni dei diritti umani che Israele continua a perpetrare“.

Situazione analoga all’Orientale di Napoli. Studenti appartenenti a diversi atenei napoletani si sono riuniti a Palazzo Giusso con le mani imbrattate di vernice rossa in sostegno della Palestina. Dal mondo social arrivano i video di Clelia Li Vigni canidata alla Normale di Pisa. La giovane è oggetto di pesanti minacce da quando, insieme agli studenti della facoltà di Scienze Politiche della Normale, ha scritto un appello. La petizione ha già raccolto 160 firme fra studenti, docenti e impiegati dell’ateneo in supporto dei palestinesi.

Così come a Padova, gli studenti hanno occupato il Palazzo del Bo, sede dell’Università, scrivendo su un lenzuolo “Don’t stay silent. Students stand with Palestine”, incitando tutti gli altri studenti a manifestare.