“Da stasera la frontiera è aperta”: queste sono le parole con cui, il 9 novembre 1989, veniva abbattuto il Muro di Berlino, la cui caduta segnò uno dei momenti più importanti della storia del mondo contemporaneo. Oggi ricorre il 34esimo anniversario di tale grande avvenimento. Ripercorriamo allora insieme le principali tappe e ciò che è successo in quegli anni in Germania.
Muro di Berlino: la caduta e la storia
Il Muro di Berlino, costruito nel 1961, rappresentava uno dei principali simboli della Guerra Fredda: la sua caduta fu un momento di svolta nella storia internazionale. Ad annunciare il crollo del Muro fu, il 9 novembre di 34 anni fa, fu il leader del partito comunista berlinese, Gunter Schabowsky. Così si diede il via allo smantellamento di uno dei principali simboli fatto erigere quasi 30 anni prima dal regime di Walter Ulbricht.
Berlino, dal 1961 fino al 1989 risultava essere divisa in due da una barriera di cemento che separava fisicamente la zona est da quella ovest. La prima era sotto il controllo occidentale. La seconda sotto il controllo orientale. Il Muro aveva uno scopo ben preciso: quello di impedire ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca (a est) di accedere alla Repubblica Federale Tedesca (a ovest).
Il motivo per il quale migliaia di persone che volevano passare da una parte all’altra della città era molto chiaro. Nella Berlino ovest vi erano prospettive di vita migliori, maggiori ricchezze, più libertà e più opportunità lavorative. Ad emigrare furono soprattutto laureati, intellettuali, lavoratori qualificati. Insomma, uomini donne e giovani molto preziosi per la comunità. Tutti erano alla ricerca di una vita migliore.
A ovest inoltre si era sviluppato il regime capitalistico, così come nella maggior parte delle aree occidentali del mondo, sotto alla guida degli Stati Uniti. I cittadini dunque iniziavano ad avere più libertà e più lussi. E ciò non poteva che attrarre le persone che stavano dall’altra parte del muro. Ma oltrepassare la struttura in cemento non era affatto semplice. Anzi, il contrario.
La barriera fisica, costruita nell’agosto del 1961, serviva proprio a dividere la Germania est da quella ovest. A sorvegliare il Muro vi erano guardie armate giorno e notte. Avevano l’ordine di sparare ha vista chiunque cercasse di scavalcarla. Poi vi erano fili spinati, cani da guardia, mine e impedimenti di vario tipo.
Cos’è successo il 9 novembre 1989?
Dall’altra parte i leader occidentali denunciavano questa situazione ma, nella pratica, non compivano azioni concrete per scongiurare il rischio di altre guerre. Negli ultimi anni intanto l’intero blocco sovietico aveva iniziato a vacillare e ad affrontare non pochi problemi interni ed esterni. Nel 1989 le cose erano molto cambiate rispetto al 1961, quando la barriera era stata eretta.
Tutto mutò improvvisamente il 9 novembre di 34 anni fa. Il governo della Berlino est annunciò, tra lo stupore generale, che si poteva viaggiare liberamente verso la parte occidentale della città. A questo punto allora i cittadini si recarono in prima persona per demolire il Muro.
In città di festeggiamenti furono tantissimi e questo giorno passò alla storia come uno dei più importanti e dei più significativi. La caduta del Muro di Berlino ebbe un significato molto rilevante. Era il simbolo del fatto che la divisione in due dell’Europa stava progressivamente finendo.
Un secondo avvenimento storico si verificò circa un anno dopo. Era il 3 ottobre del 1990 quando la Germania venne ufficialmente definitivamente unificata. Il Paese assunse connotati molto diversi da prima e prese il nome di “Repubblica Federale di Germania”.
Oggi, come ogni anno, in occasione dell’anniversario del crollo del Muro di Berlino ci sono tante diverse iniziative, soprattutto nelle scuole, nelle università e nelle sedi istituzionali, non solo per ricordare quanto accaduto il 9 novembre del 1989, ma anche per non dimenticare le difficili guerre che si sono affrontate nel secolo scorso e le numerose oppressioni subite dai cittadini.