Si tratta sugli ostaggi, il cessate il fuoco resta un miraggio e intanto arrivano bordate dalle Nazioni unite, dove si parla di crimini di guerra sia da parte di Hamas che da Israele. In una parola: tensione, dentro la Striscia e fuori. Si prepara un altro giorno di passione e a farne le spese restano soprattutto i civili.

Le Nazioni unite parlano di crimini di guerra da entrambe le parti, intanto ancora vittime a Gaza e trattative sugli ostaggi

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non accetta alcuna tregua prima della liberazione degli ostaggi (al momento si continua a trattare su 12 persone, 6 delle quali cittadini statunitensi); gli Stati Uniti si allineano, nonostante proseguano le polemiche in patria e anche verso il presidente Joe Biden; e dal G7 si ribadisce la necessità di una pausa per consentire il transito degli aiuti (questo è stato annunciato ieri dall’Italia) lungo corridoi umanitari.

Media israeliani riferiscono di sirene d’allarme per lancio razzi in pieno fermento nel cuore della notte a Kissufim e Nahal Oz, al confine di Gaza. Nessuna notizia circa feriti e danni rilevanti: del resto si parla di zone in gran parte evacuate dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il ministero della Sanità palestinese replica parlando di almeno 19 vittime causate da un attacco aereo su una casa nei pressi di un ospedale del campo profughi nel Nord della Striscia. Drone militare statunitense abbattuto al largo dello Yemen dal gruppo paramilitare degli Huthi.

Le Forze di Difesa israeliane informano di aver distrutto, proprio dal 7 ottobre, 130 ingressi ai tunnel scavati sottoterra da mano nemica. Un aspetto che l’esercito di Tel Aviv non vuole trascurare, spiegando anzi che all’interno di quei rifugi gli uomini di Hamas potrebbero trascorrere periodi prolungati. Israele nel frattempo piange il trentaduesimo soldato morto.

Il commissario Onu Turk: “Crimini di guerra anche da Israele”

Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre sono state terribili, brutali e scioccanti: sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi. Ma anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine, così come l’evacuazione forzata illegale dei civili.

Le parole, durissime, sono quelle dell’alto commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Volker Türk.