I prestiti NFT sono quelli in cui i token non fungibili assumono la funzione di collaterale. In pratica vanno a rivestire la veste che nei prestiti crypto viene assunta dai token fungibili, ad esempio Bitcoin o Ether. A rendere concreta tale opzione è proprio la crescita di popolarità e valore degli NFT nel corso degli ultimi anni, tali da aumentarne l’appetibilità anche per gli eventuali prestatori.
Se, infatti, anche i token non fungibili hanno risentito in maniera evidente della flessione del mercato, le collezioni più prestigiose hanno mantenuto spesso gran parte del proprio valore, che può raggiungere decine e a volte centinaia di migliaia di dollari.
Si tratta quindi di una reale garanzia per chi deve prestare, sull’effettiva capacità finanziaria della controparte. Nel caso quest’ultimo non riuscisse a rispettare il piano di rientro concordato, infatti, la proprietà del token non fungibile passerebbe nelle sue mani.
Come funzionano i prestiti NFT?
I prestiti NFT hanno un funzionamento analogo per grandi linee a quello che caratterizza i finanziamenti crypto. La procedura per condurli in porto prevede i seguenti passi:
- il possessore di un NFT inoltra la richiesta di un finanziamento e lo utilizza come collaterale su una piattaforma che supporta i prestiti NFT;
- la piattaforma, o altri utenti della stessa provvedono a valutarne il valore. Un’operazione che può essere agevolata nel caso in l’NFT abbia uno storico stabile dei prezzi sul mercato secondario, complicandosi nel caso in cui si tratti di asset meno consolidati, proprio a causa della pratica unicità di ogni NFT e dell’aspetto soggettivo del loro valore;
- concessione ed emissione del finanziamento, con l’erogazione che avviene solitamente in stablecoin. Ne consegue il blocco dell’NFT all’interno di uno smart contract, il quale resterà in vigore sino al completo ripiano del debito contratto. Proprio il contratto intelligente, infatti, stabilisce le condizioni da rispettare tra le controparti, come l’ammontare del prestito, il piano di rientro e il tasso di interesse;
- rimborso dei soldi ricevuti e degli interessi concordati da parte del debitore. Una volta concluso il piano di rientro, il token non fungibile viene sbloccato e restituito al legittimo proprietario. Nel caso in cui, al contrario, il piano di rimborso non viene rispettato, avviene la liquidazione, con il passaggio dell’NFT nelle mani del prestatore.
Quali sono i parametri da considerare nell’ambito di un prestito NFT
Se nei prestiti tradizionali le finanziarie vanno a valutare la capacità e il merito creditizio dei richiedenti, in quelli NFT ci sono altri parametri che devono essere presi in considerazione da chi emette il finanziamento. Tra di essi, in particolare:
- il tasso d’interesse, che deve essere valutato con attenzione da chi ottiene i soldi, per non pagare più del dovuto;
- il loan-to-value (LTV), ovvero il rapporto tra l’importo del prestito e il valore del collaterale. Si tratta di un parametro fondamentale per i prestatori, poiché li aiuta a comprendere meglio il rischio che il prestito diventi sotto-collateralizzato nel caso in cui il valore dell’NFT posto a garanzia diminuisca. Quello consentito dalle piattaforme si attesta in un range tra il 50 e il 75%;
- il rapporto di liquidazione, il limite di LTV raggiunto il quale il token non fungibile può essere trasferito di proprietà al fine di rimborsare il prestito, ovvero essere venduto oppure trasferito al prestatore.
Quali sono i vantaggi dei prestiti NFT?
Tra i principali vantaggi prospettati da questo genere di prestiti spicca in particolare la possibilità di ricevere una liquidità che difficilmente sarebbe concessa da una finanziaria tradizionale. Queste aziende, infatti, sono solite accettare garanzie di carattere immobiliare o patrimoniale.
Un secondo vantaggio è quello che si prospetta per gli stessi creatori e per i collezionisti di arte digitale, i quali possono provare a ottimizzare il proprio guadagno nella finanza decentralizzata.
Infine, e non si tratta di un vantaggio di poco conto per chi ha avuto a che fare con il credito tradizionale, la mancanza di controlli in termini di capacità o merito creditizio. A garantire la solvibilità del ricevente è proprio l’NFT, con il suo controvalore. In caso di mancato ripiano del debito, infatti, il creditore ne assume il controllo venendo ripagato della somma prestata.