Harmony si propone di risolvere il tema dell’interoperabilità tra blockchain, ovvero di risolvere i problemi derivanti dalla mancata comunicazione diretta tra reti crypto. Inoltre è stata strutturata in modo da risolvere il cosiddetto trilemma, la pratica impossibilità di tenere insieme scalabilità, decentralizzazione e sicurezza. Un difetto che affligge sin dagli esordi Bitcoin e Altcoin, cui molti hanno cercato di porre riparo, senza riuscirci.
Per conseguire gli ambiziosi obiettivi di partenza, Harmony utilizza una serie di innovazioni tecnologiche le quali hanno suscitato notevole interesse. Un’attenzione suscitata proprio in considerazione del fatto che la soluzione prospettata è in grado di dare risposte ad esigenze reali.
Harmony: cos’è e cosa si propone
Harmony è una blockchain di livello 1 varata nel 2018 e lanciata nel corso dell’anno successivo da Stephen Tse tramite Binance Launchpad, che ha permesso di calamitare finanziamenti per circa 23 milioni di dollari.
Il progetto si propone di dare risposte a problemi che affliggono il settore della blockchain sin dagli esordi, ovvero la difficile interoperabilità tra catene e il trilemma, in pratica il mancato bilanciamento tra scalabilità, sicurezza e decentralizzazione.
Gira sulla Ethereum Virtual Machine e al suo interno la funzione di propellente è svolta dal token ONE. Un gettone virtuale che può essere coniato dai validatori per fungere da ricompensa per l’operato prestato o come commissione per le transazioni eseguite sulla rete.
Tra le peculiarità di Harmony un TPS (transazioni per secondo) pari a 2mila operazioni, almeno stando a quanto affermato dal gruppo di sviluppatori, ognuna delle quali è in grado di andare in porto in un arco temporale minimo, ovvero due secondi. Una differenza abissale con i dati di Bitcoin e della stessa Ethereum prima del Merge. Transazioni che comportano tariffe estremamente ridotte per la loro effettuazione.
Per quanto concerne il discorso relativo alla decentralizzazione, è assicurato dal meccanismo di consenso adottato, che è l’Effective Proof of Stake. Se si presenta come una variante del PoS originario, si tratta in realtà di una suddivisione della rete in quattro entità più piccole, gli shard.
Come funziona Harmony
Il funzionamento di Harmony prevede lo staking del token ONE con la successiva assegnazione a una delle quattro partizioni. I validatori sono chiamati a conservare una copia completa delle transazioni di una determinata partizione, invece di una copia completa dell’intera rete, come accade in altre blockchain. Per il lavoro prestato sono premiati da monete appena coniate e una percentuale delle commissioni di transazione generate.
Per fare in modo che non si adagino sugli allori, i validatori sono poi ruotati tra i frammenti dopo un periodo indicato come “Epoca”. La loro assegnazione, inoltre, avviene in maniera puramente casuale e proprio questo meccanismo impedisce che qualcuno possa pensare di impadronirsi della rete. Cui si aggiunge una penalizzazione a carico di coloro che accumulano troppi token e un premio per chi investe di meno.
Il risultato di questo sistema si traduce in transazioni molto più veloci a costi sensibilmente più limitati, in un quadro di sufficiente sicurezza. Ma, soprattutto, con un tasso di effettiva decentralizzazione sconosciuto ad altre blockchain.
Harmony incorpora inoltre Horizen, una funzione cross-chain che rende possibile ai titolari lo spostamento tra ONE e la sottostante rete Ethereum. Nel farlo possono contare sia sui livelli di sicurezza tipici della rete layer 1 che dell’efficienza distintiva di quella layer 2. Nei piani di sviluppo è anche compresa la costruzione di una piattaforma che renderà possibili i prestiti di NFT (token non fungibili).
Le prospettive per il futuro
Harmony si affaccia al futuro con fondate speranze di affermazione. L’ecosistema creato vanta caratteristiche tecnologiche molto apprezzate dagli addetti ai lavori e potrebbe quindi incontrare il gradimento degli investitori.
I suoi destini, peraltro, non dipendono dal momento più o meno positivo del mercato. Proprio l’ambizione a dare risposte performanti a esigenze come interoperabilità e trilemma ne fa un serio candidato ad una decisa crescita nell’immediato futuro.