Pace, la situazione in Medio Oriente e la speranza e uno sguardo al futuro. Il cardinale Carlo Maria Zuppi ha parlato oggi all’Università Cusano di tanti temi legati all’attualità. L’incontro sul tema “Sentieri di pace e di speranza. Il difficile, ma essenziale cammino, per la fraternità tra i popoli” è iniziato alle 13.30 e terminato dopo due ore. Protagonisti dell’incontro sono stati gli studenti.
Carlo Maria Zuppi all’Unicusano: le domande degli studenti
L’arcivescovo di Bologna e cardinale Carlo Maria Zuppi ha partecipato oggi all’incontro sul tema “Sentieri di pace e di speranza. Il difficile, ma essenziale cammino, per la fraternità tra i popoli”. Gli studenti di Unicusano nell’aula Magna hanno rivolto alcune domande al Cardinale, sono tanti i dubbi dei giovani che vivono una società “dove si è perso il senso di comunità”. Uno studente ha chiesto come la Chiesa viene incontro ai giovani in queste occasioni, un’altra studentessa di scienze tecniche e psicologiche invece ha chiesto perché la pace sembra così irraggiungibile. Un’ultima ricorda i 60 anni di “Pacem in terris” e dell’esistenza di conflitti religiosi.
Le risposte del Cardinale
Zuppi ha parlato prima di tutto dell’importanza delle scelte e delle occasioni: “Non avremmo sempre la possibilità di fare determinate scelte nella nostra vita“. Il cardinale poi risponde alla domanda rivolta da uno studente sui valori universali: “Penso ad un’enciclica di Papa Francesco che è ‘Fratelli tutti’, un documento scritto durante la pandemia…le cose universali nascono dalle cose concrete, in questo caso dall’essere cristiano“.
“Per noi non va bene occhio per occhio perché dobbiamo amare i nemici” sottolinea prima di parlare di ‘manutenzione della pace’ “in genere noi italiani siamo grandi sull’emergenza ma la manutenzione non la facciamo ritenendola noiosa: ricordiamo che se non c’è manutenzione la pace non è garantita“.
Spazio anche ai timori e alla paura dei giovani: “Siamo un po’ Atlante” dice parlando delle difficoltà di essere giovane nel mondo contemporanea. “C’è meno passione e più complicazione, la gente spesso si mette in trincea ma così facendo si diventa anche più fragili“.
Il sacrificio oggi
“Il sacrificio è un valore? No, il vero problema è per chi lo faccio” spiega Carlo Maria Zuppi ai ragazzi presenti nell’aula magna “se devo fare qualcosa per un caro o un ideale lo faccio pure”. Legami che spesso posso essere poco forti e pieni d’amore di questi tempi, continua Zuppi raccontando alcune storie di vita in parrocchia. “Se non capisci l’altro, non capisci nemmeno te stesso” racconta. “La comunità si è persa anche per passioni tristi o per la paura dei legami”.
“Se voglio una vita senza legami o decido di cancellarti posso provocare dolore” dice Zuppi “il legame è quello che permette di trovare la profondità e di cui non dobbiamo avere paura“.
Le guerre in corso
Grande timore anche per le guerre in corso, una in Medio Oriente e un’altra in Ucraina. “Ma quand’è che l’uomo imparerà a vivere senza ammazzare?” chiede Zuppi citando nel suo discorso Bob Dylan e Francesco Guccini. “Ai tempi dei miei genitori” spiega il cardinale “ci si sposava nel 1946, un anno dopo la guerra, anche per la voglia di ricostruire e sapendo che la prossima guerra poteva essere l’ultima perché avevano visto cosa era successo” conclude.
Lo scorso 12 settembre Carlo Maria Zuppi è stato in Cina per una missione di ‘pace giusta’.