Sul nuovo assegno di inclusione (Adi) si hanno già i dati di chi e quanti sono gli ex percettori del reddito di cittadinanza che godranno dell’indennità mensile a partire dal 1° gennaio 2024. Il dopo reddito di cittadinanza – che per i soggetti “occupabili” ha già preso l’avvio nella formula del supporto per la formazione e il lavoro dal 1° settembre 2023 – avrà tra i nuovi accessi alla piattaforma da gennaio prossimo anche coloro che siano nelle condizioni di non poter lavorare.

Pertanto, alle 112.000 domande di iscrizione alla piattaforma Siisl per la richiesta dell’indennità del supporto per la formazione e il lavoro da settembre ad oggi, si aggiungeranno oltre 737mila domande del nuovo reddito di cittadinanza. Tra i dati disponibili, vi è anche la suddivisione del motivo per il quale queste famiglie siano considerate “non occupabili”.

Nuovo assegno di inclusione, chi e quanti sono gli ex percettori del reddito di cittadinanza che lo avranno del 1° gennaio 2024

Andrà a regime a partire dal 1° gennaio 2024 il nuovo assegno di inclusione (Adi), l’indennità che prenderà i posto del reddito di cittadinanza per i soggetti che non siano nelle condizioni di poter lavorare. In tutto, secondo i primi dati circolati, potranno beneficiare del nuovo assegno 737.400 famiglie. I dati sono stati forniti dall’Istituto di previdenza.

L’Inps, peraltro, calcola che l maggior parte di queste famiglie continuerà a percepire il reddito di cittadinanza nella versione rivista dell’assegno di inclusione perché all’interno del nucleo sono presenti soggetti minori. In questa condizioni si trovano 348.100 famiglie su 737.400, pari a quasi la metà del totale (47,20 per cento).

Della platea di famiglie che percepirà l’assegno di inclusione, 341.700 nuclei hanno al loro interno un soggetto anziano (pari al 46,38 per cento), ovvero che abbia compiuto già i 60 anni di età. Infine, 215.800 famiglie (pari al 29,26 per cento) hanno al loro interno una persona disabile. I percettori del nuovo assegno di inclusione si aggiungeranno ai 112.000 nuclei che hanno già presentato domanda, sulla piattaforma Siisl, per richiedere il supporto per la formazione e il lavoro.

Nuovo assegno di inclusione, quanti percepiscono il sostegno per la formazione e il lavoro?

Anche tra i soggetti occupabili che hanno già iniziato a percepire il supporto per la formazione e il lavoro dopo la fine, in estate, della fruizione del reddito di cittadinanza, si hanno dei dati su come stia andando il processo di riqualificazione professionale e di opportunità sul mercato del lavoro. Dopo un inizio titubante, una buona parte dei soggetti aventi diritto ha iniziato a presentare domanda sulla nuova piattaforma Siisl, dove si può prendere visione delle opportunità di frequentare dei corsi di aggiornamento e di riqualificazione e dove si hanno anche delle offerte di lavoro.

Accedono a questa piattaforma da settembre scorso i soggetti, ex percettori del reddito di cittadinanza, tra i 18 e i 59 anni di età, non facenti parte di nuclei nei quali fossero presenti componenti minori, under 60 o disabili, che possono rimettersi in gioco sul mercato del lavoro. Tutti questi soggetti percepiranno un’indennità (il supporto per la formazione e il lavoro) di 350 euro per dodici mensilità. Il maggior numero di iscrizioni alla piattaforma proviene dalla Campania (30.200 domande), seguita dalla Sicilia (25.800, dalla Calabria (9.700) e dal Lazio (8.500).

Iscrizione piattaforma Siisl, quali opportunità di corsi e offerte di lavoro?

Nel frattempo, oltre alle opportunità di frequentare corsi di formazione professionale, sulla piattaforma stanno aumentando anche le offerte di lavoro. Nelle scorse settimane, i corsi di formazione hanno toccato cifre di 600.000 opportunità, mentre le offerte di lavoro sono arrivate a 60.000. Su circa 112mila iscritti alla piattaforma, in 69.000 hanno inoltrato anche il curriculum, alla ricerca di un posto di lavoro.

Dei 112.000 soggetti iscritti alla piattaforma Siisl, il 45,5 per cento ha, come titolo di studio, la terza media; il 35,6 per cento il diploma di scuola media superiore e il 4,7 per cento un titolo di studio universitario.