L’inchiesta della Procura di Milano e della Guardia di Finanza, che portato al maxi sequestro di oltre 779 milioni di euro ad Airbnb per evasione fiscale, si arricchisce di nuovi dettagli. Nella riunione che si è svolta oggi 8 novembre 2023 si è parlato anche di una rogatoria verso l’Irlanda. E intanto gli accertamenti nei confronti della piattaforma di affitti brevi ha acceso un faro anche sugli host. Gran parte di loro, è emerso, non pagherebbe le tasse sull’affitto degli immobili.

Evasione fiscale Airbnb, rogatoria in Irlanda: agli ultimi aggiornamenti

Nelle intenzioni degli inquirenti c’è quella di inviare al più presto la rogatoria in Irlanda nell’ambito dell’inchiesta su Airbnb.

La rogatoria sarà inoltrata con riferimento a una decisione quadro del Consiglio Ue del 2003. Un’autorità giudiziaria europea- che ha emesso un provvedimento di sequestro probatorio o preventivo nei confronti di beni che si trovano all’interno di uno Stato membro dell’Unione- può richiedere il riconoscimento, nonché l’esecuzione del provvedimento, rivolgendosi direttamente ai propri omologhi in quel Paese. Questo grazie al ‘principio di riconoscimento’.

Sono inoltre previsti ulteriori accertamenti, sia sull’anno trascorso che su quello in corso: possibili nuove ipotesi di reato.

Intanto i legali della piattaforma- che, in una nota, si è detta “fiduciosa di aver rispettato la legge”- hanno preso contatti con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è permettere un confronto sull’indagine e discutere anche di un eventuale accordo tra le parti.

La Guardia di Finanza: “La maggior parte degli host non paga le tasse”

“Gran parte” degli host di Airbnb non paga le tasse per ciò che riguarda l’affitto degli immobili, in quanto non dichiarerebbero il reddito percepito dall’affitto breve. 

Uno scenario emerso sempre in relazione all’indagine su Airbnb, secondo cui l’evasione riguarderebbe il mancato versamento della cedolare secca dal 2017, ossia da quanto è entrato in vigore il decreto legge.

Questa presunta evasione, però, non entrerà nell’inchiesta della procura di Milano. Potrebbe comunque attivare delle verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.