L’esercito di Israele annuncia la momentanea riapertura del corridoio umanitario dal nord al sud della Striscia di Gaza. Lo ha comunicato il portavoce dell’esercito in lingua araba Avichay Adraae, che ha pronunciato l’ennesimo invito ai cittadini di Gaza City.
Se tieni a te stesso e ai tuoi cari dirigiti a sud.
E così è proseguito ancora oggi, mercoledì 8 novembre, l’esodo della popolazione palestinese da nord a sud. Centinaia di persone hanno percorso la strada Salah ad Din che taglia Gaza, innalzando bandiere bianche. Il corridoio umanitario è terminato intorno alle 14, ora locale.
Israele riapre il corridoio umanitario ai cittadini palestinesi. Idf: attacchi su più di 14mila obiettivi nella Striscia
Trascorso ormai un mese dall’attacco di Hamas che ha esasperato il conflitto, le Forze di difesa israeliane tracciano un bilancio degli obiettivi centrati nella Striscia. Dall’inizio dell’operazione militare, secondo l’Idf, gli attacchi di Tel Aviv hanno colpito 14mila obiettivi. È quanto emerge dal report del portavoce dell’esercito Daniel Hagari.
Secondo il portavoce delle Forze di difesa israeliane Jonathan Conricus, intervenuto a Sky News Australia, i leader di Hamas sono “uomini morti che camminano“. Presto, infatti, saranno “catturati o uccisi” dalle forze israeliane. La direttiva per questi ultimi è quella di “uccidere o catturare” tutti i leader di Hamas “che hanno pianificato, facilitato ed eseguito il massacro omicida del 7 ottobre in Israele”.
Continua, nel frattempo, ad allungarsi il bilancio delle vittime sulla Striscia. Stando all’ultimo resoconto del Ministero della Sanità di Hamas, infatti, sono almeno 10.569 le persone morte nel territorio di Gaza dal 7 ottobre scorso. Tra loro ci sarebbero anche 4.324 minori e 2.823 donne.
Dal canto suo, l’esercito israeliano ha annunciato il decesso del sergente dell’unità d’élite Shaldag, Jonathan Chazor. Il militare, che aveva solo 22 anni, è stato ucciso ieri nei combattimenti contro i terroristi. Sale così a 32 il bollettino dei soldati uccisi nell’offensiva di terra di Israele a Gaza.
Blinken: “Da cessate il fuoco immediato deriverebbe risultato inaccettabile”
Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito il proprio dissenso alle richieste di cessate il fuoco nel conflitto mediorientale. Questo perché, a detta del diplomatico Usa, Hamas “è rimasta sul posto, con oltre 200 ostaggi, con la capacità e l’intenzione dichiarata di ripetere il 7 ottobre ancora, ancora e ancora”.
In conferenza stampa dopo il G7 dei ministri degli Esteri a Tokyo, Blinken ha chiarito la propria posizione ai cronisti.
Coloro che chiedono un cessate il fuoco immediato hanno l’obbligo di spiegare come affrontare il risultato inaccettabile che probabilmente ne deriverebbe.