L’indennità di disoccupazione NASpI è un sostegno vitale per molti individui che hanno perso il loro lavoro. È importante conoscere i termini e le condizioni che permettono ai beneficiari di conservare questo diritto anche in presenza di nuove forme lavorative. Ma soprattutto, cerchiamo di rispondere a una legittima domanda: la NASpI e il reddito da lavoro sono cumulabili? Se sì, in quali casi?

NASpI e reddito da lavoro cumulabili: come accedere all’indennità di disoccupazione

L’accesso all’indennità di disoccupazione, nota come NASpI, avviene dopo una settimana dal termine dell’ultimo impiego, a condizione che la richiesta sia stata inoltrata entro un determinato periodo. In caso di ritardo nella presentazione della domanda, il beneficio prende avvio dalla data di invio della richiesta stessa.

Cumulo NASpI e reddito da lavoro: i casi

Esistono varie forme di impegno professionale che consentono di mantenere l’indennità NASpI. Ecco alcuni esempi significativi:

Borse di Studio, Stage e Tirocini

Le borse di studio, gli stage e i tirocini professionali sono esperienze formativi che non pregiudicano il diritto a percepire la NASpI. Per beneficiari come assegnisti e dottorandi di ricerca, invece, l’importo della NASpI può essere ridotto. È cruciale segnalare all’Inps eventuali compensi derivanti da tali attività, soprattutto se si prevede di superare la soglia annuale stabilita di 8.000 euro.

Attività Sportiva Dilettantistica

Per chi si dedica a sport a livello dilettantistico e riceve compensi per questo, è prevista la piena cumulabilità con la NASpI, senza necessità di notificare all’INPS le somme percepite.

Prestazioni di Lavoro Occasionali

Le attività di lavoro occasionale, con un tetto massimo di guadagno annuo di 5.000 euro, non incidono sulla NASpI. Questi compensi sono esenti da imposizione fiscale e non influenzano il riconoscimento dello stato di disoccupazione, senza che ci sia bisogno di comunicarlo all’Inps.

Lavoro Accessorio

Per il lavoro accessorio, la cumulabilità con la NASpI varia a seconda dell’importo percepito annualmente. Se si guadagna fino a 3.000 euro l’anno, l’indennità rimane intatta. Al di sopra di questa cifra e fino a 7.000 euro, si ha una riduzione della NASpI proporzionale all’80% del guadagno. La comunicazione all’Inps è obbligatoria in questi casi.

Lavoro Intermittente

La NASpI può essere sospesa nelle giornate di lavoro intermittente, ma è possibile continuare a riceverla durante i periodi di inattività. Nel caso il reddito annuo da questo tipo di lavoro sia inferiore a 8.000 euro, l’indennità di disoccupazione può essere comunque erogata. Una tempestiva comunicazione all’Inps del reddito previsto è necessaria.

Comunicazione NASpI e reddito da lavoro: riepilogo delle responsabilità del beneficiario

Chi riceve la NASpI e svolge uno dei lavori sopra menzionati deve essere proattivo nella comunicazione con l’Inps. È essenziale informare l’istituto previdenziale entro un mese dall’inizio dell’attività lavorativa o dalla domanda di NASpI, fornendo stime del reddito previsto per evitare la decadenza del diritto al beneficio.

Pertanto, risulta fondamentale mantenere una comunicazione trasparente e costante con l’Inps per assicurarsi di rispettare le norme e continuare a beneficiare della NASpI. Infatti, trascurare di comunicare le informazioni necessarie potrebbe portare alla perdita del diritto all’indennità.

L’istituto prevede un servizio online denominato “NASPI-COM“, accessibile tramite credenziali personali sul sito ufficiale. L’assenza di tale comunicazione può portare alla sospensione o alla decadenza del beneficio.

Rioccupazione dopo domanda di NASpI: cosa fare

Se ci si rioccupa subito dopo aver inoltrato la domanda di NASpI, bisogna essere consapevoli che il diritto all’indennità può decadere o sospendersi a seconda delle caratteristiche del nuovo contratto. In caso di rioccupazione con un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o con redditi oltre certi limiti, è importante seguire la procedura corretta per non perdere il diritto all’indennità o per poterla ridurre in base al nuovo reddito.

Il caso dei contratti part time e il diritto alla NASpI

La gestione di più rapporti di lavoro part-time pone interrogativi specifici. Alla cessazione di uno di questi, sarà possibile presentare domanda di NASpI a patto di comunicare il reddito presunto per le attività che persistono. Anche in questo contesto, vi sono regole precise che regolano l’abbattimento dell’indennità in relazione ai redditi.

Un punto molto importante da considerare è il principio della buona fede in caso di restituzione dell’indennità NASpI. Se un beneficiario percepisce somme non dovute ma agisce in buona fede, la giurisprudenza recente ha chiarito che il recupero delle somme da parte dell’Inps deve tenere conto della situazione economica del percipiente. La restituzione può essere rateizzata o, in alcuni casi, può essere ritenuta temporaneamente non esigibile.