Le istituzioni europee hanno varato un importante aggiornamento legislativo volto a standardizzare i requisiti in materia di pubblicità politica. Questa svolta normativa è stata concepita per contrastare l’influenza di entità non europee nelle dinamiche elettorali, ponendo un accento marcato sulla trasparenza. L’attuazione di questo regolamento rappresenta un passo significativo per assicurare che le campagne politiche siano condotte sotto una luce più chiara e con meno spazio per interventi esterni inappropriati.

Come cambia la pubblicità politica: azioni di tutela per le campagne elettorali

In linea con le esigenze di un contesto elettorale che ha visto un massiccio spostamento verso l’ambiente digitale, l’UE ha delineato strategie per preservare l’integrità delle sue campagne elettorali. Al centro di questa iniziativa, troviamo l’imposizione di barriere contro la sponsorizzazione di annunci politici da parte di attori esterni, soprattutto nel cruciale periodo pre-elettorale. Queste nuove regole non influenzeranno l’imminente tornata elettorale europea, ma diverranno effettive per quelle future, stabilendo così nuovi standard per la comunicazione politica. In breve, le nuove regole entreranno in vigore dopo le elezioni europee.

Un aspetto fondamentale della nuova regolamentazione è l’obbligo di un’etichettatura trasparente degli annunci politici, affiancata dalla creazione di un archivio accessibile al pubblico. Ciò consentirà un facile accesso alle informazioni relative ai finanziamenti e alle pubblicità politiche online, preservando questi dati per un periodo fino a sette anni.

Misure di non discriminazione e tutela dei dati personali

Le nuove disposizioni includono anche una clausola di non discriminazione, garantendo che le campagne transfrontaliere siano accessibili indipendentemente dal luogo di residenza degli sponsor politici. In aggiunta, è stata posta un’enfasi particolare sulla protezione dei dati personali, con divieti espressi sull’utilizzo di dati sensibili come quelli rivelatori di razza, orientamento sessuale o credenze religiose, e soprattutto, l’uso di dati di minori.

È consentito invece utilizzare i dati personali esclusivamente quando gli utenti hanno esplicitamente acconsentito al loro utilizzo per scopi pubblicitari politici.

Queste norme rappresentano un’avanzata significativa per la sovranità digitale dell’UE e per la protezione delle sue pratiche democratiche. Attraverso queste misure, l’UE intende colmare il divario tra le esigenze di una società digitale in rapida evoluzione e le vecchie regolamentazioni nazionali, che non rispecchiano più la realtà attuale delle campagne politiche. L’obiettivo è quello di ridurre il rischio di frammentazione legislativa in tutta l’Unione, creando un tessuto normativo coeso.

Definizione e ambito della pubblicità politica

La pubblicità politica nell’UE è stata riconfigurata per includere qualsiasi messaggio che intenda influenzare l’esito di elezioni che si svolgono a qualsiasi livello all’interno dei suoi Stati membri. Ciò abbraccia messaggi commissionati da enti politici o diretti all’influenzamento dei comportamenti elettorali. La chiarezza è fondamentale: gli utenti devono poter identificare facilmente la natura politica di un annuncio, chi lo ha finanziato e se sono stati target di pubblicità mirata.

Un aspetto cruciale del nuovo regolamento è l’obbligo per le piattaforme online di offrire un’identificazione chiara delle pubblicità politiche, facilitando quindi l’accesso a informazioni dettagliate quali la fonte e l’entità dei finanziamenti. Si prevede inoltre la creazione di un database pubblico, gestito dalla Commissione Europea, che archivi tutte le pubblicità politiche online per un massimo di sette anni, incrementando così la trasparenza e la tracciabilità nel lungo termine.

Pubblicità politica senza interferenze esterne

Una delle novità più salienti è il divieto imposto alle entità extracomunitarie di finanziare pubblicità politica negli Stati membri dell’UE nei tre mesi antecedenti a elezioni o referendum. Tale provvedimento è mirato a salvaguardare l’integrità dei processi democratici europei dall’influenza di forze esterne, impedendo potenziali interferenze nelle decisioni politiche interne.

Il regolamento protegge la libertà di espressione distinguendo tra la pubblicità politica a pagamento e altri tipi di comunicazione come le opinioni personali e i contenuti giornalistici, che restano fuori dall’ambito di applicazione delle nuove norme. Ciò assicura che le comunicazioni genuine tra partiti politici e i loro membri o le informazioni concernenti l’organizzazione delle elezioni non siano indebitamente limitate.

Sanzioni in caso di non conformità

Il mancato rispetto delle direttive può portare a sanzioni significative, in linea con quanto previsto dalla legislazione sui servizi digitali, potendo raggiungere fino al 6% del fatturato annuo o dei ricavi di un ente pubblicitario. Questo introduce un deterrente economico forte contro la violazione delle normative di trasparenza.

I prossimi step

Dopo intensi negoziati e la superazione di sfide, tra cui la tutela dei dati personali, il regolamento sta procedendo verso le fasi finali di approvazione. Con il termine degli incontri interistituzionali, il testo deve ancora essere finalizzato tecnicamente e sottoposto al controllo giuridico-linguistico prima di essere votato dal Parlamento europeo.

Parallelamente, l’UE si appresta a proporre ulteriori misure legislative, tra cui un pacchetto che mira a regolamentare i finanziamenti stranieri destinati al lobbying all’interno dell’Unione, rinforzando ulteriormente le barriere contro l’interferenza esterna nei processi democratici dell’UE.

In un comunicato stampa, l’eurodeputato Sandro Gozi ha dichiarato:

Le nuove norme renderanno più difficile per gli attori stranieri diffondere disinformazione e interferire nei nostri processi liberi e democratici. Abbiamo anche assicurato un ambiente favorevole alle campagne transnazionali in tempo per le prossime elezioni del Parlamento europeo.