Nella cornice storica che unisce fede, tradizione e arte, i Santi Quattro Coronati emergono come figure emblematiche. La loro esistenza, avvolta in un alone di mistero, si delinea tra leggenda e storia, incarnando i valori dell’integrità e del sacrificio tanto cari alla narrativa ella Chiesa, che li festeggia proprio l’8 novembre. Andiamo quindi a scoprire chi sono i Santi Quattro Coronati che hanno ispirato generazioni e professioni.

Santi Quattro Coronati: i Santi Scalpellini e il sacrificio supremo

All’alba della cristianità, durante gli anni tumultuosi della persecuzione di Diocleziano, quattro o forse cinque uomini si distinguevano per la loro abilità nell’arte della scultura e per il loro impavido impegno nella fede cristiana. Tra questi, Claudio, Nicostrato, Simproniano, Castorio e possibilmente Simplicio (o Simpliciano), lavoravano come scalpellini, rendendo forma alla pietra nelle cave della Pannonia.

La persecuzione dei cristiani sotto l’imperatore Diocleziano fu un periodo di grande prova e tribolazione. Un editto imperiale emanato nel 303 d.C. decretava la repressione senza scuse dei cristiani, portando alla demolizione delle loro chiese e alla distruzione dei loro testi sacri.

La prova più grande dei quattro avvenne quando, sotto gli occhi attenti dell’Imperatore Diocleziano, rifiutarono di scolpire un’immagine di Esculapio, simbolo della religione pagana che andava contro i loro valori cristiani. Questo atto di coraggio e fedeltà li condusse al martirio, un destino che accettarono con la dignità di chi è al servizio di una causa più grande.

Dall’acqua al culto: la trasformazione dei Santi Quattro Coronati in icone religiose

Chiusi vivi in casse di piombo, furono gettati nel fiume Danubio, un crudele tentativo di cancellare la loro memoria. Tuttavia, il loro compagno Simplicio li recuperò, sacrificando anche la propria vita. La loro devozione non fu dimenticata: le reliquie recuperate viaggiarono fino a Roma, dove sarebbero state accolte con onore e dovizia.

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La Basilica dei Santi Quatto Coronati, il santuario della memoria

A Roma, i Quattro Coronati ricevettero una dedica eterna nella forma di una delle chiese più antiche della città, la basilica sul monte Celio. Questa chiesa non è solo un edificio di pietra e marmo, ma un monumento vivo alla loro eredità e al loro coraggio incondizionato.

La presenza dei Quattro Coronati a Roma fu così influente che vennero associati a quattro martiri romani, forse per condividere l’onore che questi stranieri avevano guadagnato nella città eterna.

A Firenze, i Quattro Coronati furono scelti come protettori dei Maestri di pietra e di legname, testimonianza del loro profondo legame con il mondo dell’artigianato e dell’arte.

Da cosa deriva il termine “coronati”

Il nome “Coronati” potrebbe derivare dalla “corona” del martirio o forse da “curnicolari“, un grado militare. La fusione di storie e tradizioni ha contribuito a creare un alone di mistero intorno alla loro vera origine e al significato profondo del loro nome.

Il loro nome deriverebbe comunque dalle corone simboliche del martirio che vengono loro attribuite, un segno della loro sofferenza e della loro fede incrollabile.

Con il tempo, la fama dei Quattro Coronati si estese ben oltre le frontiere italiane. Scalpellini, muratori e scultori di tutta Europa riconobbero in loro dei protettori, dei patroni che incarnavano l’eccellenza e la devozione nel loro mestiere.

Santi Quattro Coronati: le celebrazioni dell’8 novembre

Ogni 8 novembre, la memoria dei Quattro Coronati si ravviva nelle celebrazioni dei marmisti e dei maestri d’arte. È un giorno dedicato non solo al ricordo del loro martirio, ma anche all’esaltazione del loro esempio, che continua a ispirare.

Il legame con il mondo dell’arte e la Massoneria

Il legame dei Quattro Coronati con il mondo dell’arte si manifesta nelle innumerevoli rappresentazioni artistiche e nel loro ruolo di ispirazione per corporazioni e persino per organizzazioni come la Massoneria.

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I Quattro Santi Coronati hanno infatti pervaso l’iconografia cristiana e massonica, incarnando i protettori celesti delle corporazioni artigiane e simbolo di fedeltà al cristianesimo. Tradizionalmente rappresentati in arte come scalpellini e muratori, vittime della persecuzione pagana, talvolta confusi con i Padri della Chiesa o gli Evangelisti per via delle loro raffigurazioni in posa eretta e senza i consueti attributi. Nanni di Banco li immortalò con un’ispirazione classica tra il 1409 e il 1417 nella chiesa di Orsanmichele a Firenze, fondendo riferimenti ai martiri e agli artefici del legno e della pietra.

La loro narrazione si estende anche nei dipinti di Jacopo Ligozzi, che nel 1596, attraverso un linguaggio manieristico, dipinse il loro martirio, dividendo la scena tra la crudeltà terrena e la dimensione celestiale, sotto lo sguardo della Vergine Maria.

La storia di questi santi è complessa e a volte contraddittoria: alcune versioni parlano di otto martiri, altre di cinque, comprendendo probabilmente Simplicio. Tuttavia, la massoneria li venera come eroi della propria storia, simboli di resistenza al paganesimo e di eccellenza artigianale. Questo culto è così radicato che la Loggia di ricerca “Quattro Coronati” celebra il loro ricordo ogni 8 novembre.