Sembrano essere alle battute finali, le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa a Rimini all’età di 78 anni lo scorso 3 ottobre sera: nelle ultime ore i figli Giuliano, Chiara e Giacomo Saponi avrebbero avuto dei colloqui con i loro avvocati, Marco e Monica Lunedei, per fare luce su alcuni particolari riguardanti la madre e i rapporti con i familiari.
Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini, i nuovi particolari svelati dai figli
A darne notizia è il Resto del Carlino, secondo cui oggi i due legali dovrebbero riferire i nuovi particolari resi noti dai figli di Pierina al sostituto procuratore Daniele Paci. Potrebbe trattarsi di elementi rilevanti ai fini delle indagini che riguardano l’omicidio della 78enne che, a oltre un mese dai fatti, resta, al momento, avvolto dal mistero.
Sembrano essersi incrinati ulteriormente, nel frattempo, i rapporti familiari: Manuela Bianchi avrebbe lasciato insieme alla figlia di 16 anni la casa in cui da poco era tornato anche il marito Giuliano, dimesso dall’ospedale dopo la lunga degenza seguita a un misterioso incidente avvenuto a maggio.
Negli scorsi giorni era emerso che poco prima, ad aprile, era stato sollevato dall’incarico di servitore del ministero dei Testimoni di Geova dopo alcune confidenze fatte dalla moglie agli anziani della congregazione. Si era ipotizzato che quando fu trovato in fin di vita dopo essere uscito di casa per andare a lavorare fosse stato aggredito: gli inquirenti sembrano averlo escluso, ritenendo più attendibile la pista di un sinistro.
Nuovi sopralluoghi in via del Ciclamino
Nella giornata di lunedì, 6 novembre, gli inquirenti, insieme alla scientifica, hanno effettuato un nuovo sopralluogo nei locali del condominio di via del Ciclamino in cui la vittima fu trovata morta il 4 ottobre mattina dalla nuora Manuela.
Gli accertamenti avrebbero riguardato, in particolare, l’impianto elettrico dello stabile: l’obiettivo è capire se fosse stato messo fuori uso dal killer e dai suoi potenziali complici, visto che alcuni testimoni avevano detto di non aver potuto usare l’ascensore, né le luci delle scale, quella sera.
L’ipotesi è che il delitto fosse stato premeditato e che l’assassino abbia volontariamente manomesso gli interruttori per cogliere di sorpresa la vittima di ritorno dal suo incontro di preghiera. Erano da poco passate le 22 di sera.
Dopo aver parcheggiato la sua auto Pierina si sarebbe diretta verso la porta tagliafuoco che dà accesso alle scale e all’ascensore per salire al terzo piano quando, dopo essere stata salutata da qualcuno, sarebbe stata colpita, iniziando ad urlare.
L’autopsia ha stabilito che il killer le ha inferto 29 coltellate. Si è trattato, dunque, di un delitto d’odio, compiuto da qualcuno che la conosceva e che ce l’aveva con lei e non da un banale sconosciuto.
Gli alibi dei quattro principali sospettati
Di indagati non ce ne sono, ma di forti sospetti sì. Le indagini sembrano infatti concentrarsi su quattro persone che erano vicine all’anziana: la nuora Manuela, il fratello Loris e i vicini di casa Valeria Bartolucci e il marito Louis Dassilva, con cui Manuela avrebbe una relazione extraconiugale.
I due fratelli Bianchi hanno riferito di aver trascorso la sera del delitto insieme, a casa della prima, sullo stesso pianerottolo dell’appartamento in cui viveva Pierina, ma il loro alibi vacillerebbe, così come quello di Louis, che agli inquirenti aveva detto di essere ancora dolorante per un incidente in moto avuto il giorno precedente e che invece sarebbe stato smentito dalle telecamere.
La sensazione è che chi indaga sul caso potrebbe essere vicino ad una svolta. Ne parlavamo anche in questo articolo: Omicidio Paganelli a Rimini, l’investigatore Ezio Denti: “Chi ha ucciso Pierina la odiava, che non ci siano indagati non significa che non ci siano forti sospetti”.