Non è ancora chiusa la partita sul superbonus e sulla possibile proroga di sei mesi, fino a giugno 2024, dei lavori al 90% del 2023 (o al 110% per chi fosse riuscito ad agganciare determinate condizioni). La proroga riguarderebbe l’ambito dei condomini, il solo settore degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione che, secondo i dati dell’Enea, sta registrando ancora numeri alti sui nuovi cantieri.
Verso la chiusura dei cantieri in superbonus tutte le villette, la cui scadenza ultima del 110% al 31 dicembre 2023 (o del 90% dei lavori targati 2023) non troverà ulteriori proroghe, la maggioranza si starebbe concentrando per un allungamento dei termini del bonus ai condomini.
A tal proposito, Forza Italia ha presentato, nel pacchetto degli emendamenti, alcune modifiche al superbonus da approvare nella legge di conversione del decreto “Anticipi”, atteso in Parlamento a fine novembre. La proroga sarebbe di sei mesi, ma solo per i condomini che raggiungano un elevato grado di completamento dei lavori entro la fine del 2023.
Superbonus, verso la proroga a giugno 2024: ecco le novità del decreto ‘Anticipi’ sui bonus edilizi
Potrebbe arrivare in extremis la proroga del superbonus sui condomini, secondo gli emendamenti presentati al decreto “Anticipi”, atteso tra il 28 e il 30 novembre prossimi in Parlamento per la conversione in legge. All’interno del provvedimento, Forza Italia ha presentato alcuni correttivi che riguardano anche i bonus edilizi, a firma di Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, insieme a Claudio Lotito e a Roberto Rosso.
La modifica relativa al superbonus prevede una proroga di sei mesi dei lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione dei condomini, fino al 30 giugno 2024. In questo modo, infatti, i committenti e le imprese del settore edilizio avrebbero più tempo per arrivare a completare i lavori e a chiudere i cantieri.
Superbonus proroga giugno 2024, come calcolare la percentuale di stato di avanzamento dei lavori
Più articolata è la possibilità di arrivare alla cessione dei crediti d’imposta o all’applicazione dello sconto in fattura per i lavori in superbonus. Molto dipenderebbe dalla percentuale di avanzamento degli interventi raggiunta. La proroga dei cantieri, infatti, secondo quanto riportato nell’emendamento, dovrebbe rispettare determinati parametri. Entro il 31 dicembre 2023, i cantieri dovrebbero raggiungere il 60 per cento di completamento degli interventi, intesi nel complesso dei lavori previsti.
I sei mesi in più serviranno ai condomini per arrivare al completamento degli interventi, senza dover accelerare nelle ultime settimane del 2023 per arrivare ad agevolare il maggior quantitativo di spese a percentuali di bonus più favorevoli. A tal proposito, cambierebbero le regole dettate dal decreto “Rilancio” sul calcolo dello stato di avanzamento dei lavori (Sal).
Cessione crediti e sconto in fattura dei bonus edilizi, quali novità in caso di proroga?
Fermo restante che entro il 31 dicembre 2023 dovrà essere raggiunto un Sal del 60% per ottenere la proroga fino a metà 2024, non è necessario che il Sal del 2023 debba essere di almeno il 30 per cento. Infatti, se il primo stato di avanzamento dei lavori fosse stato del 50%, secondo le regole del decreto “Rilancio”, con il secondo Sal di almeno il 30% si dovrebbe arrivare all’80% di completamento dei lavori. In questa situazione, se il precedente Sal fosse stato del 50%, la proroga si potrebbe ottenere anche con uno stato di avanzamento a percentuali inferiori al 30%, purché si raggiunga il minimo del 60%.
In caso di proroga, tutti i lavori certificati all’interno del 60% di stato di avanzamento potranno essere oggetto di applicazione dello sconto in fattura o di cessione del credito d’imposta.
Il fronte della maggioranza favorevole alla proroga bonus edilizi
La possibile proroga del superbonus sui condomini che potrebbe arrivare con la conversione del decreto “Anticipi” deve fare i conti con il governo, e in particolare il ministro dell’Economia e delle Finanza, Giancarlo Giorgetti, da sempre poco incline a proseguire sulla strada dei bonus per agevolare i lavori edilizi dei privati.
Sussiste, tuttavia, un fronte all’interno della maggioranza che punta a limitare gli effetti della legge di Bilancio 2024 sui bonus edilizi e, in particolare, sulla tassazione in aumento sulla casa. La tassazione del 26% sulla plusvalenza delle vendite di immobili ristrutturate con il superbonus o l’aumento della cedolare secca ne sono esempi concreti.