Ricorre oggi 7 novembre 2023 il primo mese della guerra fra Palestina ed Israele, da quando cioè Hamas attaccò il 7 ottobre lo stato israeliano. La guerra mossa dall’esercito israeliano ai territori palestinesi e a Gaza ha causato un milione di sfollati e circa 10mila morti a Gaza City.

Mentre la paura israeliana di una lunga guerra diventa sempre più concreta, un membro del partito di governo Likud ha avvertito il premier Benjamin Netanyahu: “Una volta finito il conflitto ci dovranno essere le elezioni in Israele”.

Un mese di guerra fra Israele e Palestina: qual è il bilancio delle vittime a Gaza e dintorni

Mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto ancora una volta al premier israeliano Bibi Netanyahutre giorni di pausa” per liberare gli ostaggi in mano ad Hamas, scocca oggi 7 novembre il primo mese della guerra fra Palestina ed Israele.

A Gaza City 10.022 abitanti sono morti a causa degli attacchi dell’esercito israeliano e tra questi 4.104 sono bambini e ragazzi e 2.641 donne. Il bilancio dei morti israeliani conta invece 1.400 persone circa decedute, mentre circa 200 persone sono ancora in ostaggio. Né Hamas né il governo israeliano sembrano in questo momento avere intenzione di fermarsi, decisi a perseguire i propri obiettivi costi quel che costi.

Per far fronte alle necessità di chi è rimasto intrappolato nella Striscia di Gaza, nelle ultime 24 ore sono entrati 93 camion di aiuti umanitari. Come ha detto il portavoce della Casa Bianca Kirby: “Come abbiamo già detto molte volte, sappiamo che non è abbastanza. E’ una goccia“.

Sempre Kirby ha detto che gli Stati Uniti continueranno a fornire tutti i mezzi necessari ad Israele per difendersi da “una minaccia esistenziale per la loro società e la loro gente”, continuando però ad esortare l’apparato politico-militare israeliano ad essere più attento nella scelta dei loro obiettivi.

Dichiarando di voler cancellare l’esistenza di Hamas, Israele si pone un obiettivo certamente ambizioso. Bisogna però considerare che molti dei capi del gruppo terroristico sono da anni all’estero e che a morire per lo più sono i miliziani, resi martiri dalla propaganda di Hamas e un esempio per quella generazione di giovani palestinesi che è cresciuta avendo come solo esempio l’intransigenza politica e dottrinale di Hamas.

Gli alleati di governo del Likud a Netanyahu: “Elezioni dopo la guerra”

L’ex capo del Consiglio per la Sicurezza nazionale, Yaakov Amidror, alleato del leader del Likud, ha dichiarato in un’intervista radiofonica: “Penso che, una volta concluse tutte le inchieste e le indagini su ciò che è accaduto qui e sugli errori commessi prima del 7 ottobre, sarebbe opportuno indire un’elezione, lasciare che sia il popolo a decidere cosa vuole dopo che sarà chiaro chi è responsabile di cosa”.

Ciò farebbe il paio con quelle voci che anche negli USA indicano come Joe Biden cominci a pensare che l’attuale governo israeliano possa diventare un imbarazzo nella sua corsa alle presidenziali del 2024. L’essersi circondato di estremisti di destra pone Netanyahu in una situazione delicata, considerato che sono i primi a spingere per un assalto totale alla Palestina e a Gaza City.