La Champions League per risalire, Lazio e Milan non possono sbagliare. Biancocelesti e rossoneri vogliono voltare pagina, gli ultimi risultati non ottimali hanno portato del nervosismo in entrambi gli ambienti, la vittoria unico balsamo per poter portare una ventata di tranquillità.

A tal proposito il direttore Paolo De Paola è intervenuto nel programma “A Tutto Sport” su Cusanonews7 per analizzare il momento delle due squadre, parlando anche della Juventus e del suo tecnico Massimiliano Allegri.

Lazio e Milan nono possono sbagliare. De Paola: “Dare risposte”

Lazio e Milan devono dare risposte, per il direttore Paolo De Paola non ci sono scuse. Parole e non fatti per il giornalista e opinionista, a cui non sono piaciute le parole di Maurizio Sarri nella conferenza di vigilia: “Le parole a sottolineare la sua fedeltà alla Lazio lasciano il tempo che trovano visto che parliamo della persona che aveva detto mai alla Juventus e poi è andato lì, qualche dubbio me lo tengo. Meglio non porre l’accento sulla propria persona, perché poi si dicono cose che non si fanno.

Meglio pensare al campo

“Bisogna far parlare i fatti, che ad oggi dicono che la Lazio mostra risultati altalenanti, prestazioni che accompagnano Sarri in ogni sua avventura, ci mette due anni per avere risultati veri”.

Difficoltà anche per Pioli

“Il Milan sembra in fase decadente, vedendo anche le parole di Pioli. Inutile parlare di possesso palla quando le prestazioni sono brutte, una squadra leggera che svolazza per il campo e prende gol in maniera clamorosa, con una difesa che non esiste. C’è una pressione esagerata sulla difesa milanista che non riesce a reggere. Tant’è che si pensa ad una figura di supporto all’allenatore come Ibrahimovic, si spera che il ritorno dello svedese possa essere il giusto sostegno”.

Si parla di uno Zlatan come consigliere di Cardinale però

“Non so cosa possa consigliare Ibra ad una persona che dal punto di vista economico ne capisce già molto. Dal punto di vista dello spogliatoio invece può dire la sua”.

Gli acquisiti sono stati fatti, ma la squadra bene o male è la stessa. Quindi Pioli è in confusione?

“Ci sono state scelte sbagliate. Pioli stravede per Krunic, sinceramente non capisco il perché. Nello spogliatoio ci sono troppe lingue da mettere insieme, e non è facile amalgamarle nel breve periodo”.

Lazio e Milan per rilanciarsi. De Paola: “Sarri non è un grande allenatore”

Lazio e Milan devono dare risposte, così come anche i rispettivi allenatori. Per De Paola i tecnici devono dare la svolta, al netto di problematiche o meno. Ecco perchè le proteste di Sarri secondo lui lasciano il tempo che trovano: “Maurizio Sarri gode di ottima stampa. Questo suo essere un po’ di sinistra piace ad alcuni. Questo suo essere polemico, mostrarsi come il professore gli ha creato rapporti favorevoli con la stampa”.

Ma è un grande allenatore Sarri?

“Se vogliamo essere distaccati, Sarri è un allenatore che ci mette molto a far rendere le squadre come si deve. Spesso si è piegato alle esigenze dei giocatori, a Napoli è partito con un’idea di formazione, ma la squadra gli ha suggerito il 4-3-3. Ha spesso alibi, ma alla fine basta fare un paragone tra Sarri e Spalletti. Il tecnico della Nazionale ha visto la sua squadra perdere nomi importanti come Insigne e Koulibaly, ha vinto lo scudetto mettendo in campo una squadra coesa e che ha fatto spettacolo appena iniziata la stagione. Quindi basta con la logica che a Sarri bisogna dare tempo, gli allenatori di un certo livello fanno bene subito”.

Quindi la risposta è no

“Non lo considero un grandissimo allenatore”.

C’è  invece un Max Allegri che con il corto muso sta lottando per lo scudetto. Si può continuare così?

“Bisogna misurarsi sui fatti. Dicono che nelle ultime due stagioni la Juve è stata un disastro. È inutile che lui dica che all’epoca stavano in Champions, è un dato di fatto. Disastro anche perché l’anno scorso ha ottenuto il peggior piazzamento di una squadra italiana nei gironi. A lui piace parlare di corto muso e risultati, negli ultimi due anni però sono stati solo disastri. Vediamo questo terzo anno, con una Juve esclusa dalle coppe l’obiettivo minimo è lo scudetto, se non lo dovesse fare allora sarà delusione, l’ennesima, non è solo entrare in Champions per la rosa più pagata con l’allenatore più pagato”.